Si riaccendono i riflettori sulle Valle dei Veleni. Nella puntata di domenica sera andata in onda su Italia Uno, le "Iene" hanno, infatti, dato voce ad un problema, quello riguardante l'inquinamento della Valle del Sacco, troppo spesso dimenticato dalle cronache nazionali ma tristemente noto a quelle locali.
Nella Valle del Sacco, così come in tutta la vicina provincia di Frosinone, si muore. Ci si ammala di tumore più che in tante altre zone e nella Valle dei veleni di tumore si muore, troppo spesso, anche in tenera età.
L'allarme è stato lanciato da oltre un decennio ma, fino ad oggi, nessuno sembra aver dato il giusto peso alla gravità della situazione. La realtà è che l'intera area è avvelenata, dai terreni alle falde acquifere: l'intensa attività industriale e chimica portata avanti nel secolo scorso e le discariche a cielo aperto lasciate in eredità alla Valle del Sacco hanno lasciato anche un quantitativo di agenti inquinanti di centinaia di volte superiore al consentito. Uno tra questi, il beta-esaclorocicloesano, usato in abbondanza fino agli anni Settanta per la produzione di pesticidi, ed interrato in centinaia di fusti, ha avvelenato ogni cosa. Il risultato è che oggi i terreni coltivati e quelli usati per il pascolo risultano carichi di sostanze tossiche così come il latte o la carne prodotti dagli animali che su quei terreni pascolano, nonostante i divieti che nel corso degli anni sono stati rimossi da chi non ha avuto alcuno scrupolo a farlo.
Il primo caso eclatante, sulla Valle dei Veleni, risale al 2005 quando morirono 25 mucche dopo aver bevuto l'acqua avvelenata di un ruscello, affluente del fiume Sacco, nella zona di Anagni. Oggi, 12 anni dopo, muoiono donne, uomini e bambini in una media che per alcuni tipi ti cancro, come quello all'encefalo, nei bambini da 0 a 14 anni, supera del 280% quella di altre zone. Addirittura, negli ultimi anni, i casi di tumore diagnosticati in età infantile o adolescenziale sono più che raddoppiati.
Ciò avviene sotto gli occhi di tutti ed il silenzio di troppi. Ad oggi, nessuno ha realmente preso in mano la situazione. Nessuno ha provveduto a pianificare delle bonifiche sui siti più pericolosi. Nessuno ha provveduto a controllare che i divieti di coltivazione e di pascolo affissi in alcune zone fossero rispettati. Ad oggi, abbiamo un'unica triste certezza: di tumore si continuerà a morire finché per la Valle del Sacco non verrà fatto qualcosa di concreto.
Non ci resta che sperare che servizi come quello delle "Iene" scuotano le coscienze di chi può e deve prendere atto del fatto che in questa zona "siamo stati avvelenati".