Delitto di Arce, ancora una novità. Due gli accertamenti, importanti. Sono quello "sui documenti interni alla caserma", spiega l'avvocato Dario De Santis ai microfoni di "Chi L'ha Visto", e ciò che dirà la persona ascoltata su rogatoria internazionale. Sono i punti previsti nella richiesta di proroga delle indagini richiesta sul giallo che da 16 anni avvolge la morte della giovane studentessa Serena Mollicone. La perizia grafica sui documenti della caserma è davvero un elemento cruciale (dal momento che della rogatoria, in realtà, se ne era parlato). Ed è importante in ordine a due aspetti: il primo legato direttamente al caso di Santino Tuzi, il brigadiere che dichiara di aver visto entrare Serena in caserma. Ma che poco prima di un confronto con il suo superiore in procura viene trovato senza vita nella sua auto: suicidio, si dirà poi. Ma il fascicolo, assegnato al pm Mattei, resta ancora aperto. Il secondo aspetto, più concreto e meno suggestivo, legato al fatto che in quelle carte potrebbe essere visibile la presenza di Serena in caserma non sporadica, ma più assidua. E questo cambierebbe, evidentemente, molte cose: disegnerebbe almeno un quadro differente dove le persone a cui poter chiedere, a cui poter indirizzare domande potrebbero (e il condizionale è d'obbligo) molte di più di quelle prese in considerazione fin'ora.
Commosso visibilmente papà Guglielmo che dopo aver letto qualche stralcio della relazione della dottoressa Cattaneo (l'anatomopatologa a cui ha affidato il corpo della figlia ormai da molto tempo) ha dovuto ammettere una verità ancora più dolorosa di quella ipotizzata fino ad oggi: "Speravo che Serena non avesse sofferto", ha detto con le lacrime appena trattenute. Ora bisognerà attendere la fine degli accertamenti (due i binari investigativi ancora aperti) che potrebbero portare a nuove importanti direttrici. Magari fino a ieri neppure considerati.