Nessun indagato, almeno al momento. Ma il cerchio si stringe e presto ce ne saranno. Forse anche più di uno. Il comandante provinciale dei carabinieri Fabio Cagnazzo approfitta della presentazione del nuovo calendario dell'Arma per fare il punto sulle indagini per la scomparsa di Armando Capirchio, il pastore cinquantanovenne di cui si è persa ogni traccia dal 24 ottobre scorso. «All'inizio si è pensato che potesse essere stato un malore - ha spiegato ieri il colonnello - ma mano a mano che gli accertamenti sono andati avanti, il fatto di non aver rinvenuto il cadavere e dopo aver ricostruito la giornata della persona scomparsa ci hanno indotto a pensare che potesse trattarsi di un evento peggiore del semplice malore».
Quindi il colonnello Cagnazzo ha ribadito: «Confermo che per il momento non ci sono indagati». Però sospettati sì, e più di uno. A cominciare da due persone, padre e figlio, di 50 e 20 anni. Entrambi si sono affidati alla difesa legale dell'avvocato Giampiero Vellucci. Nella loro abitazione i carabinieri hanno sequestrato nei giorni scorsi un fucile, degli abiti e un telefono cellulare. Neanche loro, però, sono indagati. Almeno fino a quando gli uomini dell'Arma non avranno in mano riscontri precisi ai loro sospetti. Che comunque non escludono altri pastori della zona con cui Capirchio potrebbe aver avuto questioni in sospeso per il pascolo dei suoi cavalli. Perciò i carabinieri continuano a raccogliere testimonianze e a eseguire perquisizioni, in attesa delle analisi su alcune tracce di sangue rinvenute lungo il sentiero che il pastore percorreva solitamente su monte Calvo.