L'accordo è ratificato. Dunque, ufficiale. Lo hanno siglato ieri mattina le Rsa Uilm, Fim-Cisl, Fismic e Uglm a seguito dell'incontro del due novembre nella saletta sindacale dello stabilimento. In quella circostanza venne individuato un "bacino" con i 532 usciti dalla fabbrica da quale attingere man mano che l'azienda ne ravvisi l'esigenza, collegata sicuramente a salite produttive. Un elenco dove, in buona sostanza, la Fca deve "pescare" prioritariamente.
Per il presidente della Regione Zingaretti l'accordo siglato tra le Rsa e la direzione di Fca «è una buona notizia». E dettaglia: «L'intesa permetterà la prosecuzione del rapporto di lavoro per 300 interinali e la costituzione di un bacino protetto per i 532 che hanno interrotto la loro attività a fine ottobre. Entro il 15 gennaio ci sarà un altro incontro tra le parti per verificare un eventuale richiamo o un'eventuale stabilizzazione di questi lavoratori. La Regione continua a mettersi a disposizione dei lavoratori coinvolti per porre in essere ogni atto capace di favorire la loro stabilizzazione».
Per dettagliare i capisaldi dell'accordo, la Uilm ha promosso, per sabato alle 9.30 al Boschetto, un incontro proprio con gli 830 interinali di Fca e con quelli dell'indotto, alla presenza anche della Uil Temp nazionale. Intanto, la Fiom Cgil, che a quel tavolo si è vista bocciare la proposta di rotazione, ha deciso di proclamare otto ore di sciopero per la giornata di domani con un presidio davanti ai cancelli «per la difesa occupazionale del territorio, per la stabilizzazione di tuti gli 830 lavoratori interinali, per arrivare a un tavolo istituzionale per affrontare il futuro occupazionale e produttivo in Fca e nell'indotto».

Dal monastero
Dai familiari dei 532 ragazzi rimasti senza lavoro si è levato un urlo di disperazione che è arrivato fino alla casa di San Benedetto. A darne notizia sui social lo stesso abate Ogliari che ha scritto: "In questi giorni il papà di uno dei tanti giovani del nostro territorio che, in pochi secondi, hanno visto cessare il proprio contratto di lavoro a tempo determinato presso la Fca-Cassino Plant di Piedimonte S. Germano, mi ha voluto far partecipe, con una lunga lettera, del suo profondo rammarico e del suo dolore per quanto avvenuto.
Agli oltre 500 giovani che dovranno ricostruire con pazienza un senso nuovo al loro percorso esistenziale, e ritrovare motivi di fiducia in un domani che si prospetta ancora una volta incerto, va la solidarietà affettuosa e la vicinanza orante della comunità monastica di Montecassino, erede di quei monaci che, lungo i secoli, si sono susseguiti nel vegliare sulla "Terra Sancti Benedicti" .
Con questi giovani e con le loro famiglie desideriamo condividere l'incoraggiamento che a più riprese ci proviene da papa Francesco, quello cioè di non lasciarci rubare la speranza, ma di persistere nella ricerca di un futuro che sia per tutti migliore e dignitoso

I 532 interinati Fca restano a casa. E con loro le speranze di un futuro di stabilità. Rimangono alla finestra, a guardare se la tanto agognata salita produttiva li riporterà nello stabilimento. Ma, intanto, loro e gli altri mille già pronti a scaldare i motori per il 2018 rimangono al di qua del cancello uno. I 300 fortunati varcano quell'ingresso ma senza certezze di stabilizzazione. Il dramma, per tutti, resta tale. E la politica, con ritardo, si mobilita. Ora deve alzare la voce affinché Fca possa sentirla e rimettere in circolazione contratti e ottimismo. Ma finora nessun segnale è arrivato all'indirizzo dei rappresentanti del territorio. Fca continua la propria marcia nella direzione tracciata. Così si alza il tiro e si tenta il tutto per tutto, provando a coinvolgere il governo centrale.

Un territorio nello sconforto
Ieri il Pd, con il circolo di Cassino, ha incontrato il vice ministro Teresa Bellanova, membro della segreteria nazionale del partito e vice ministro allo Sviluppo Economico. «La battuta di arresto da parte di Fca ha gettato il territorio nello sconforto e nella sfiducia con ripercussioni negative occupazionali anche dell'indotto dell'automotive che conta migliaia di altri addetti. Dopo anni difficili, gli indicatori economici avevano diffuso un ragionevole ottimismo. I cancelli della Fca aperti a tanti giovani avevano fatto ben sperare in scenari più favorevoli a un territorio che, ricordiamolo, è stato per anni l'avamposto delle politiche attive e degli investimenti. Oggi occorrono uno sforzo e uno scatto di orgoglio anche della politica». Questa la premessa che hanno portato alla vice ministro Bellanova al quale si sono appellati, il segretario del circolo di Cassino e consigliere regionale Marino Fardelli, il presidente del circolo Romeo Fionda, il vice segretario Armando Russo, Enzo Salera, Sara Grieco e Pierluigi Pontone alla presenza degli assessore regionali Lucia Valente e Guido Fabiani.
In primo piano, i parametri che non inseriscono il Cassinate in aree di crisi complesse. «Il nostro territorio non può risolvere le proprie ferite strutturali ed economiche se a pochi chilometri, in altre regioni, lo Stato offre sgravi fiscali alle imprese incentivando gli investimenti» hanno spiegato.
Presenti anche i parlamentari Nazzareno Pilozzi, Francesco Scalia e Maria Spilabotte, insieme al presidente del Pd provinciale Domenico Alfieri. L'obiettivo condiviso? Incontrare i vertici Fca. Un "progetto" nelle mire di tutti per avere finalmente un quadro chiaro delle reali intenzioni.

In pista tutti i comuni
Mobilitazione pure dai comuni del Cassinate, ugualmente interessati dal "flagello" delle mancate assunzioni. Carlo Maria D'Alessandro, a nome e per conto della consulta dei sindaci del Lazio Meridionale ha scritto al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, al ministro dell'Economia Pietro Carlo Padoan e all'Ad di Fca, Sergio Marchionne per sollecitare un tavolo di confronto per tutelare i livelli occupazionali e fare chiarezza sul futuro del sito produttivo.
«Il mancato rinnovo dei contratti - si legge nella missiva - è avvenuto a pochi giorni di distanza dalla notizia relativa al calo delle vendite in Cina per Alfa Romeo e Maserati che avrebbe avuto come effetto il taglio della produzione negli stabilimenti Fiat Chrysler di Mirafiori e Cassino. Una circostanza inaccettabile sul quale il sottoscritto e tutti i sindaci del Lazio Meridionale, vogliono essere ascoltati e soprattutto informati delle strategie future di Fca.
Le problematiche sociali, infatti, dovute alla desertificazione industriale e alla continua perdita di posti di lavoro sul territorio ricadono soprattutto sulle istituzioni locali, su noi primi cittadini, che, però, abbiamo scarsi mezzi per contrastare le criticità che si presentano, sotto tutti i punti di vista, determinando di fatto una vera e propria emergenza sociale che nessuna istituzione nazionale può sottacere».
D'Alessandro, nella lettera ha, poi, richiesto la celere apertura di un tavolo di confronto presso il ministero dell'Economia tra il governo e i vertici Fca, aperto a tutti i primi cittadini della Consulta del Lazio Meridionale.
Anche per il sindaco di Pontecorvo, Anselmo Rotondo, il territorio ha inevitabilmente subito «una grave battuta d'arresto con il mancato rinnovo dei contratti da parte Fca, per questo la politica ha il compito di attivarsi per sollecitare una soluzione che sia il frutto della sinergia tra gli amministratori del territorio».

di: Katia Valente