Sequestro di persona, lesioni aggravate porto abusivo di oggetti atti ad offendere e rapina aggravata. In concorso. Sono queste le accuse mosse nei confronti di due persone di Pontecorvo e di un albanese, destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari: si tratta di Davide Carbone, classe 1991, già noto alle forze dell'ordine; Giuseppe Sardelli, classe 1989, già detenuto nel carcere di Cassino perché recentemente destinatario di un'altra ordinanza e nei confronti di Abdy Beshtika, trentenne di origini albanesi, anche lui già noto alle forze di polizia.

I tre, in base alle risultanze dell'attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Pontecorvo - agli ordini del tenente colonnello Fabio Imbratta e del tenente De Lisa, coordinati dal Comando provinciale guidato dal colonnello Cagnazzo - avrebbero messo a segno una rapina ai danni di un ventitreenne di Napoli aggredendolo fisicamente e minacciandolo con un coltello dopo una trattativa naufragata per piazzare un Rolex. Il Daytona in questione sarebbe stato donato al ragazzo in occasione della sua laurea solo venti giorni prima dei fatti.

I fatti
La segnalazione è del 26 aprile scorso per una lite in via D'Aguanno, a Piedimonte. Quando gli uomini del tenente colonnello Imbratta raccolgono la denuncia della vittima, la descrizione dei fatti è ben più grave: dietro quelle parole grosse, una cruenta rapina. Il ventitreenne ha infatti raccontato che una volta raggiunta via D'Aguanno per vendere il Rolex del valore di 5000 euro non ci sarebbe stata alcuna compravendita: botte, calci e pugni dietro la minaccia di un coltello, fino alla consegna del prezioso. Diverse escoriazioni, giudicate guaribili in cinque giorni. Poi la denuncia che ha permesso ai militari di risalire in prima battuta all'intermediario identificato in Davide Carbone, finito ai domiciliari e assistito dall'avvocato Emanuele Carbone. Proprio a casa di Davide Carbone i carabinieri hanno trovato 6 Rolex: 4 modello Submarire e due verosibilmente contraffatti. Da Carbone, poi, i militari sono risaliti a Sardelli e Beshtika, ritenuti (a vario titolo) gli altri autori del colpo.