Maxi truffa di vendite online di materiale hi-tech, si va in aula. Avrà inizio domani il processo a carico di quattro imputati chiamati a rispondere a vario titolo di una valanga di capi d'imputazione. Ben 267 quelli che la procura di Cassino, a giugno del 2016, aveva contestato ad alcuni degli imputati chiudendo il cerchio sulla questione "City Toys". Fondamentali le attività svolte dalla polizia che ha monitorato Facebook e i social network dopo una valanga di denunce, tanto che le parti offese che sono pronte a costituirsi parte civile sono circa 300: un processo che ancora fuori dalle aule di tribunale si annuncia colossale.

La sede di Cassino
La vendita ritenuta truffaldina di telefoni cellulari e consolle per videogiochi aveva come sede fissa il negozio di giocattoli di Cassino più volte al centro di liti anche violente con i titolari, tanto che del caso se ne erano occupate persino "Striscia La Notizia", con il noto inviato Luca Abete, e le telecamere di "Mi Manda Rai3". Le offerte, in verità, erano davvero appetitose: prezzi di iPhone e di altri congegni tecnologici decisamente più bassi di quelli correnti. Poi, però, dopo la stipula del contratto e il versamento dei soldi, secondo le vittime, dei beni non se ne sarebbe più vista neppure l'ombra. Qualcuno, invece, ha pagato in contanti. Ma le risposte sono state le medesime: bisognava pazientare perché le consegne erano lente e gli ordini da evadere davvero tanti. In molti, poi, sarebbero stati addirittura tranquillizzati con messaggi WhatsApp anche in merito allo stesso intervento dell'inviato del tg satiritco di Canale5. Come accertato dagli inquirenti della procura di Cassino le false rassicurazioni avrebbero indotto in errore le (presunte) vittime convinte del buon esito dell'affare. La mancata consegna dei beni, però, faceva crollare ogni speranza.

Le vittime
Tra le persone che sono pronte a costituirsi parte civile nel maxi processo acquirenti provenienti non solo dal Cassinate ma anche dalla Puglia e dalla provincia di Napoli. I difensori delle persone offese, tra cui l'avvocato Francesco Malafronte, sono pronti. Ancor più quelli degli imputati, tra cui Ernesto De Angelis e Giancarlo Corsetti.