Non c'era casualità, perché nel mondo scientifico non esiste! Per le procedure di abilitazione nazionale all'insegnamento del diritto tributario, un passepartout per i concorsi da docente di prima e seconda fascia, a reggere l'architet tura c'erano «accordi corruttivi sistematici».
Come in quei sistemi collaudati dove ogni ingranaggio funziona in virtù dell'altro, e tutti insieme compongono la "macchina" che cammina in una determinata direzione. E in questo caso correva dritta verso soggetti favoriti, senza deviazioni di sorta. Eppure, il meccanismo si è inceppato. Entravano - secondo la Finanza - i fedelissimi, quanti cioè avevano la benedizione di questo o di quel prof, in un «patto» tra luminari, come emergerebbe dalle intercettazioni. Ma qualcuno, un ricercatore fiorentino, invitato a lasciare quel posto e a ritentare al secondo giro, non si sarebbe piegato, registrando finanche le conversazioni. Ed è da questa trama scucita che è emerso un passaggio nel quale sono entrati, a partire dai primi mesi del 2014 a oggi, gli uomini delle fiamme gialle di Firenze che, attraverso indagini certosine, hanno svelato un mondo parallelo a quello sotto gli occhi di tutti.

Ricostruzione e arresti

È denominata "Chiamata alle armi" la straordinaria operazione che ha svegliato il Belpaese e, in particolare, il mondo universitario provocando un inevitabile terremoto anche a Cassino. Ieri mattina, oltre 500 militari della Gdf hanno dato esecuzione a una vasta operazione di polizia giudiziaria su tutto il territorio nazionale: sono stati eseguiti 29 provvedimenti cautelari personali nei confronti di docenti universitari (7 agli arresti domiciliari e 22 interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario per 12 mesi) per reati di corruzione. Sono 59, complessivamente, gli indagati.Tra i sette arrestati c'è anche Giuseppe Maria Cipolla dell'Unicas: associato dal 2001 (prima era stato ricercatore a Tor Vergata) e ordinario di diritto tributario a Giurisprudenza dal 2006.
Da sedici a Cassino, ma la sua vasta esperienza nel settore lo ha reso protagonista di interventi determinanti, al fianco del management, come nelle recentissime fasi della "contrattazione" con l'Inps per ottenere la rottamazione delle cartelle da oltre 40 milioni di euro, il famoso maxi debito provocato da mancati versamenti previdenziali.

La misura coercitiva, per lui e per altri sei, è stata disposta dal Gip del Tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta della Procura della Repubblica fiorentina diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Creazzo a seguito di articolate investigazioni svolte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze coordinate dal Procuratore aggiunto Luca Turco e dal sostituto Paolo Barlucchi.

Le indagini

I vincitori del concorso nazionale per l'abilitazione scientifica all'insegnamento nel settore del diritto tributario venivano scelti con una "chiamata alle armi" tra i componenti della commissione giudicante. I criteri di merito non potevano neppure affacciarsi. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare «sistematici accordi corruttivi» tra numerosi professori di diritto tributario alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse Commissioni nazionali (nominate dal Miur) per le procedure di abilitazione, secondo «logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi». Un meccanismo (quasi) perfetto. Una "lezione" spiacevole dalla cattedra!