L'inciviltà dilaga in centro e spuntano anche delle scritte non riconducibili ai soliti vandali. Piazza Alberto La Rocca è una delle zone buie della città che troppo spesso fanno da cornice a episodi di microdelinquenza e di scarso senso civico. I sorani la chiamano "il cannone" perché per anni, prima della riqualificazione dell'area vicina a piazza Santa Restituta, proprio lì trovava posto un reperto bellico in ricordo della guerra e che poi fu rimosso. Cartacce, bottiglie rotte, pacchetti di sigarette e cicche ovunque, scritte sui muri della chiesa. E poi di sera urla e imprecazioni. Così si presenta il perimetro che collega Corso Volsci a Lungoliri Mazzini. Anche se non si può, i ragazzi giocano a pallone e hanno rotto anche parte dell'illuminazione pubblica facendo precipitare la zona nel buio notturno. I residenti sono stufi. E protestano vibratamente.

«Qualche volta siamo costretti a chiamare le forze dell'ordine, altre volte ci rassegnamo e cerchiamo di superare la notte - spiega una signora del posto - Qui il problema non conosce stagione, è così d'estate e d'inverno. La mattina ci svegliamo con gli odori sgradevoli che le "notti brave" lasciano tra i vicoli, vicino i portoni. Non so se ci sono delle telecamere nei paraggi, ma credo di no. Certo è che una qualche soluzione si deve trovare. E chiediamo al Comune di mettere una colonnina per la raccolta dei sacchetti delle deiezioni canine. Oggi la piazzetta è ridotta in condizioni imbarazzanti per quanti escrementi ci sono. Il Comune ha collocato altri cassonetti, ma manca proprio l'educazione e il rispetto per il prossimo». E come se non bastasse, sull'entrata laterale della chiesa è comparsa la misteriosa scritta "Marat de Sade". Un riferimento al celebre marchese da cui discende il termine sadismo?