Le fonti che alimentano gli acquedotti della provincia continuano a far registrare ulteriori abbassamenti della portata. Non accenna a migliorare la situazione relativa alla crisi idrica in provincia di Frosinone. A soffrire sono principalmente le sorgenti di altura. In particolar modo, tutte le fonti ricadenti nella dorsale che va dai Monti Simbruini ai Monti Ernici fanno segnare riduzioni comprese tra il - 20% fino al - 80% rispetto ai valori massimi storici.

«A titolo di esempio - evidenzia il gestore idrico - la sorgente Capo Fiume (la più rilevante del nord dell'Ato 5) ha una portata attuale di 181 litri al secondo rispetto a una portata massima di 367. Ma in crisi sono anche le fonti a servizio dell'area sud della provincia, una tra tutte la sorgente Madonna di Canneto che alimenta l'Asta Aurunci. Si tratta di una situazione che ha raggiunto livelli talmente straordinari, a Frosinone come altrove, che, come noto, lo scorso 7 agosto, il Consiglio dei Ministri ha deliberato la stato di emergenza per la Regione Lazio, prendendo atto del decreto del 5 luglio 2017, del Presidente della Giunta Regionale che dichiarava lo stato di calamità naturale a causa della crisi idrica. In questo contesto del tutto eccezionale, come Acea Ato 5 ha già ampiamente rappresentato anche ai sindaci dell'Ato5 (sia nell'incontro del 26 giugno che in queste settimane con una fitta corrispondenza epistolare), la ridotta disponibilità idrica non consente la completa e regolare alimentazione dei serbatoi comunali, dunque non è possibile conseguire l'equilibrio tra le portate in entrata (in costante diminuzione proprio a causa della crisi idrica) e quelle in uscita (drasticamente aumentate con le richieste estive). Questo genera continui fenomeni di discontinuità/bassa pressione nella distribuzione verso le utenze, e dunque la difficoltà, se non addirittura in molti casi, l'impossibilità, di alimentare regolarmente e con continuità le utenze poste a maggiori distanze dal serbatoio, a quote più elevate o comunque servite con percorsi impiantistici idraulicamente più sfavorevoli. Per far fronte a questa situazione, sulle cui cause Acea Ato 5 non ha ovviamente alcuna responsabilità, la Società sta producendo uno sforzo, anche organizzativo, assolutamente rilevante, con l'obiettivo di attenuare, per quanto possibile, gli impatti negativi sugli utenti, adottando soluzioni finalizzate a garantire la massima erogazione possibile del servizio».

In tale contesto si inquadrano le turnazioni negli orari di distribuzione dell'acqua, disposte laddove ritenute tecnicamente utili per contenere il problema. «Attualmente infatti vengono applicati - prosegue il gestore - piani di turnazione in 59 Comuni su 85 gestiti (ma c'è la possibilità di dover estendere turnazioni anche a centri oggi non coinvolti). Ove non sufficiente, la società ha messo adisposizione un servizio di autobotti di emergenza per il rifornimento dei serbatoi privati o per lo stazionamento in alcuni punti concordati con le amministrazioni locali. In particolare, nei mesi di giugno, luglio e agosto (fino al 21), Acea ha garantito 4.160 viaggi per rifornimento con servizio sostitutivo autobotti».

Nello stesso periodo ha eseguito complessivamente 3.585 riparazioni di perdite su strada e gestito una media di 700 segnalazioni al giorno tra perdite e carenze idriche. «In questo contesto pur di assoluta criticità, come comunicato in una nota inviata ieri a tutti i Comuni e all'Autorità d'Ambito, si conferma la massima disponibilità nei confronti delle Autorità e degli Enti coinvolti a valutare e adottare ogni soluzione tecnicamente possibile ed idonea a minimizzare i disagi per gli utenti».