Un'accusa ai limiti del surreale. Un operaio di 50 anni di Frosinone è accusato dalla suocera di aver tentato di violentarla. Giovedì l'uomo, assistito dall'avvocato Giampiero Vellucci, è stato interrogato per un'ora e mezza. All'esito dell'interrogatorio, la procura ha sollecitato al gip una richiesta di archiviazione. Va dunque verso la conclusione un caso che ha fatto scalpore. Complice l'indisponibilità di altre sistemazioni, marito e moglie, peraltro incinta, per circa tre mesi, si trasferiscono dalla madre di lei, una donna di 57 anni, che vive a Ceccano. Quando ormai il parto è prossimo con la moglie dell'indagato in ospedale, stando alla denuncia della suocera, si sarebbe consumato il tentativo di violenza. Lui, con una scusa l'avrebbe convinta a entrare in camera da letto, quindi l'avrebbe spinta sul materasso e si sarebbe denudato cercando di avere un rapporto sessuale. La donna, però, avrebbe respinto l'assalto e, dopo una ventina di giorni, denunciato il tutto. L'uomo, dal canto suo, ha sempre negato. Di fronte al pm ha raccontato la sua versione dei fatti: ha spiegato che, dopo quel periodo di convivenza, i rapporti tra i due si erano deteriorati. Al punto che, successivamente, la coppia si è trasferita e il marito ha fatto divieto alla moglie di avere contatti con la madre. Questo sarebbe il motivo della denuncia, secondo l'operaio. Dunque, a sentire lui, una ritorsione per una convivenza difficile da cui è scaturito un contrasto particolarmente accesso. Nel corso dell'esame l'uomo, difeso dall'avvocato Giampiero Vellucci, ha ribadito che in casa c'erano altre persone che non hanno sentito nulla e con le quali la donna non si è confidata. In più la denuncia è successiva, di almeno venti giorni, all'episodio. Sulla base di questi elementi e, tenendo conto anche del rancore esistente tra i due, il pm ha deciso di chiedere un'archiviazione, non ritenendo ci siano gli estremi per portare avanti le accuse. Ora, all'esito della decisione del gip, l'operaio sta valutando con il suo difensore l'opportunità di intraprendere un'azione per calunnia.