Aggredito da un paziente, medico del pronto soccorso afferrato per il collo e sbattuto al muro. L'uomo è lo stesso che circa un mese fa aveva malmenato un ausiliario di turno. È quanto accaduto venerdì notte al "Fabrizio Spaziani" e denunciato dalla Cgil Funzione pubblica. Il dottore ha subìto contusioni che gli hanno procurato almeno dieci giorni di prognosi. Provvidenziale è stato l'intervento di infermieri e steward accorsi sentendo i rumori della colluttazione, liberando il medico dall'aggressore prima che la situazione degenerasse ulteriormente.

L'organizzazione sindacale segnala la grave situazione di stress e insicurezza in cui sono costretti a lavorare gli operatori sanitari del capoluogo e che incide anche sul livello del servizio offerto.

«Bisogna intervenire subito - ha commentato Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Fp Cgil Frosinone-Latina - Come sindacato esprimiamo tutta la nostra solidarietà al giovane medico, peraltro lavoratore precario della Asl di Frosinone, il quale, pur di non lasciare da solo il collega a fronteggiare la lunga lista di attesa del Pronto soccorso, una volta ricevute le necessarie cure ha continuato stoicamente a prestare servizio fino alla fine del turno. Questo episodio testimonia che il grado di pericolo in cui sono chiamati ad operare i lavoratori del pronto soccorso ha superato da tempo il livello di guardia - ha aggiunto - anche per la sicurezza stessa dei pazienti in attesa di ricovero che stazionano anche giorni nei locali del Dea-Ps del nosocomio di Frosinone. Non è ammissibile che, in un ambiente di lavoro in cui si opera in costante clima di stress ed emergenza, con una affluenza di utenza elevatissima rispetto al personale in organico, la Asl non abbia ancora provveduto a garantire la presenza di personale adeguato per evitare episodi di violenza verso gli operatori o verso i cittadini in attesa di cure, soprattutto perché spesso si è in presenza di utenti "particolari" e nel caso attuale addirittura "recidivi". Come sindacato chiediamo con forza, in considerazione della gravità di quanto accaduto, che si attivi subito un confronto con il prefetto, il sindaco del capoluogo, quale presidente della Consulta provinciale, e la Asl per individuare soluzioni efficaci a garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti del Pronto Soccorso. Riteniamo sia utile valutare la possibilità che, nell'immediato, gli agenti di polizia possano essere impiegati con funzioni di deterrente almeno fino a quando non si provvederà ad individuare soluzioni strutturali e definitive - ha concluso Cenciarelli - Per la nostra organizzazione sindacale è urgente ed indifferibile provvedere per evitare che si verifichino episodi più gravi, come purtroppo si sono verificati anche recentemente in altre regioni, a danno dei cittadini o dei lavoratori».

Una situazione al limite, quella indicata dal sindacato. Causa dei due episodi descritti è sicuramente la carenza di organico che incide fortemente sulle prestazioni del servizio sanitario. Il rischio peggiore è che, oltre a dover affrontare lunghe attese, i pazienti scelgano ancora di riversare la propria frustrazione sul personale medico e infermieristico. Inoltre, turnazioni meno vincolanti e più brevi potrebbero contribuire ad innalzare il rendimento del pronto soccorso.