Lavaggi dell'auto low cost che rendono felici le tasche dei clienti. Dieci euro e la macchina brilla internamente ed esternamente. Ma a quale prezzo? Il costo reale, dietro le quinte, è quello di una manovalanza, spesso minorile, pagata poco, a fronte di un'intera giornata di lavoro. E le tasse? Altro dubbio che aleggia nella testa di molti, investigatori compresi. Quelle ricevute che spesso vengono consegnate all'avventore finiscono in una puntuale rendicontazione economico- fiscale? Come pure gli impianti di depurazione sono a norma? I dubbi sui car wash si moltiplicano. Diversi gli ambiti nei quali si continua a scavare con particolare cura, anche e soprattutto, dopo la maxi operazione del commissariato di Cassino "Gold Wash" che, nella giornata di mercoledì, ha portato a otto misure cautelari in carcere da parte degli uomini del dottor Tocco ed emesse dal gip Lo Mastro. Otto gli egiziani ritenuti responsabili delle violente risse del 29 e del 31 maggio scorso quando venne preso di mira un gruppo rivale che stava osando sfidare il regime di monopolio instaurato da un determinato sodalizio a Cassino, aprendo un autolavaggio in via Casilina Sud in territorio di Cervaro. Metodi inequivocabili Per i concorrenti che non volevano piegare la testa sono fioccate dapprima minacce e intimidazioni inequivocabili, poi si è passati alle armi: bastoni, coltelli e spranghe per far capire al potenziale rivale in affari e a tutti quelli che si trovavano con lui, anche solo per caso, che la banda non scherzava. Ma loro, le vittime, nonostante la tensione e, in qualche caso, le profonde ferite hanno preferito denunciare piuttosto che sottostare. E le certosine indagini della squadra del vice questore Alessandro Tocco, condotte dal sostituto commissario Enzo Pittiglio, hanno portato dritti all'obiettivo. Sono stati innanzitutto identificati, tra mille difficoltà, otto dei coinvolti e per loro si sono aperte le porte di vari istituti penitenziari (a Cassino, Isernia e Roma) con l'accusa di tentato omicidio, rapina, estorsione, lesioni personali aggravate e danneggiamento. Ma più di tutto, si è gettata un'altra luce nel mondo legato, in generale, agli autolavaggi egiziani. Almeno sessanta quelli accertati che farebbero capo al "pri - mus" del sodalizio coadiuvato, secondo gli inquirenti, da un paio di sodali coincidenti con gli arrestati e, probabilmente, con altri connazionali sparsi in diverse province. Affari milionari Gli affari potevano fruttare parecchio, almeno 1,5-2 milioni all'anno ma andavano controllati. Le attività erano ovunque, a Frosinone, nel nord della provincia, nel territorio molisano, a Roma e soprattutto nella zona Cassino-Cervaro- Sora. Ed è qui che qualcosa stava sfuggendo di mano in un universo, quello degli stranieri e delle loro attività, difficile da decodificare. Ecco motivati, secondo le ipotesi, i continui cambi di residenza. I movimenti potevano essere legati a particolari esigenze "lavorati - ve", per monitorare questa o quella situazione. Come è accaduto per settimane nella città martire dove al "grido" «Cassino è piazza nostra » si picchiavano e minacciavano i rivali. Nella guerra per il monopolio del settore commerciale si insinua anche il sospetto che venisse chiesto un pizzo mensile e che certe attività fossero semplicemente affiliate. Come pure non sipuòescludere, come giàaccaduto a Frosinone nel 2016, che gli episodi violenti fossero continui, dimostrativi e pianificati. Nelle di-verse aree di interesse: una strategia per piantare precisi paletti. La manovalanza minorenne Inevitabilmente sotto la lente pure il continuo sbarco di minorenni non accompagnati, tutti egiziani, per i quali il sindaco di Cassino continua a chiedere lumi. Noti, in tutta Italia, i continui arrivi di ragazzini "assoldati" pre - sumibilmente già nei paesi d'ori - gine per raggiungere determinate città-miraggio dove li attende un lavoro nelle diverse attività dei connazionali. «La presenza di minori non accompagnati a Cassino è decuplicata - ha dettoD'Alessan - dro che mercoledì ha espresso un enorme plauso per l'operazione - rispetto alle altre città, e sono tutti egiziani. E rischiano di mettere in ginocchio le già dissestate casse dell'Ente: in bilancio abbiamo dovuto prevedere un milione mezzo per la sistemazione nelle cooperative ». Tante le possibili direttrici investigative in un universo che, a ogni passo, nasconde sorprese.l