Ricchi, potenti e organizzati. I capi guadagnano cifre da capogiro, la manovalanza affatto. Ai nemici, invece, sono riservate, sprangate in testa. Perché per un milione e mezzo di euro di business annuale, all'incirca, si è disposti anche a creare un commando armato per punire chi sgarra, chi prova a insinuarsi nel mercato, chi non si piega ai ricatti.
E le sequenze criminali scorrono in pieno centro, davanti a cittadini inermi e terrorizzati.

La geografia economica

Sessanta gli autolavaggi disseminati in provincia ma anche fuori regione. Attività commerciali in grado di garantire entrate da capogiro con costi minimi. Soprattutto laddove, come rivelano gli inquirenti, vengono impiegati anche i minorenni. Car Wash aperti a Frosinone come nella parte nord della provincia ma anche nel molisano (Isernia, Venafro e Campobasso) mentre le attività più numerose e fiorenti insistono nel "triangolo" economico Cassino-Cervaro-Sora.
Ed è nella parte bassa della Ciociaria che si concentrano intimidazioni e minacce verbali e telefoniche per «costringere alcuni connazionali a non aprire una attività di autolavaggio in via Casilina sud a Cassino in modo da non avere concorrenti nel medesimo settore», come si legge nell'ordinanza a firma del gip Lo Mastro.

Gli episodi violenti

Le "prove generali" della violenza ci sono il 29 maggio quando con spranghe di ferro e coltelli i "rivali" vengono aggrediti in una via del centro. Scattano le prime denunce. Poi il 31 maggio la barbarie va in scena in viale Bonomi. Dapprima il gruppo che fa riferimento a Ashraf, ritenuto dagli inquirenti il capo del sodalizio, sfonda il portone d'ingresso del "futuro" titolare dell'autolavaggio a Cervaro: lui e gli inquilini presenti nella casa di via Virgilio si salvano e allertano il 113. Uno sgarro nello sgarro. Un'ora più tardi si scatena la violenza. Chi resta in quell'appartamento al piano terra viene preso e malmenato. «La violenza - si legge ancora - è rivolta senza discrimine nei confronti dei soggetti presenti all'interno dell'abitazione». Una «violenza micidiale» che provoca tre feriti, uno in pericolo di vita per giorni. Le indagini degli agenti del dottor Alessandro Tocco sono immediate. Difficili dato il contesto, l'attitudine a cambiare residenza, la lingua, la vasta rete commerciale e quella di coadiuvatori. Un mondo nel quale gli uomini del Commissariato si muovono in silenzio, con discrezione: raccolgono dati, seguono piste, scavano in profondità fino a ieri mattina.

L'operazione all'alba

Sono le tre e le volanti iniziano ad accendere i motori con l'ausilio di personale della Squadra mobile di Frosinone. Si dirigono in diverse zone (Sora, Isernia, Campobasso, Roma, Cervaro) e hanno obiettivi precisi. In quelle auto saliranno otto cittadini egiziani che per gli inquirenti si sono resi responsabili, a vario titolo, in concorso tra loro, dei reati di tentato omicidio, rapina, estorsione, lesioni personali aggravate e danneggiamento.
Con l'operazione "Gold Wash" la polizia disarticola «un sodalizio criminale intenzionato a imporre con la violenza il controllo esclusivo degli autolavaggi nella città martire». Le misure cautelari in carcere vengono emesse dal Gip Massimo Lo Mastro, su richiesta del sostituto procuratore Alfredo Mattei. Le indagini, coordinate dal sostituto commissario Pittiglio consentono di chiudere il cerchio nei confronti degli autori della brutale aggressione, compiuta con spranghe di ferro e coltelli. Tre degli arrestati sono, inoltre, già stati oggetto di indagine e segnalati all'autorità giudiziaria, da parte della Squadra Mobile frusinate, per fatti analoghi verificatisi nel 2016 a Frosinone, sempre nei confronti di propri connazionali.
Ieri, polizia e procura di Cassino hanno assestato un duro colpo al crimine.