«Stai zitta se no ammazziamo la bambina». Queste le parole di minaccia rivolte a una donna di Pistoia, davanti alla nipotina di 5 anni. Lei ha continuato a gridare, ancora più forte, e a chiedere aiuto. Alla fine i banditi sono stati costretti a fuggire a mani vuote. Poi si è scoperto che il mandante era il suo ex compagno, Beniamino Peloso, 64 anni di Torre Cajetani. Con lui William Baldo, 38 anni e Piero Lucci, 54 anni, anche loro dello stesso paese, e altri due complici sudamericani, di cui uno attualmente irreperibile.

I fatti sono avvenuti a Pieve a Nievole. Venerdì le condanne. Beniamino Peloso, 64 anni, dovrà scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione, come gli altri della banda, William Baldo, 38 anni e Piero Lucci,54 anni, anche loro di Torre Cajetani. E 2 anni e 8 mesi per Richard Alexander Colon Disla, 23 anni, originario della Repubblica Dominicana ma residente a Terni che assieme al connazionale Cornelio Tiburcio Abreu, 29 anni, residente a Desenzano del Garda, attualmente irreperibile, era entrato in villa.

L'uomo per 13 anni aveva convissuto con la vittima in Ciociaria. Poi si era lasciato e lei si era trasferita a Pistoia. Sapeva che nella nuova abitazione, l'ex compagna, aveva portato i propri gioielli. E proprio Peloso, secondo la ricostruzione dei poliziotti della Mobile, sapendo dei gioielli in possesso dell'ex, aveva pianificato il colpo. Ne aveva parlato con Baldo, che avrebbe poi fatto da tramite con Lucci che a sua volta aveva messo insieme una banda di sudamericani, con Disla e Abreu.

La donna è stata scaraventata a terra, colpita con pugni al volto e sulla testa. I banditi volevano sapere dove fosse la cassaforte. Quando la signora ha iniziato ad urlare, i rapinatori hanno minacciato di uccidere la nipote, afferrata per la gola da uno dei due. La nonna ha continuato a chiedere aiuto riuscendo a metterli in fuga, saliti poi a bordo dell'auto su cui li attendeva il complice.

Proprio visualizzando le riprese delle telecamere, gli investigatori, avevano controllato le targhe di tutte le macchine passate nella zona prima e dopo la fallita rapina, scoprendo che una Saab nera apparteneva proprio a Lucci, residente a Torre Cajetani, nel paese in cui la donna aveva convissuto con Pelosi. Intercettazioni telefoniche e ambientali e appostamenti nel corso delle lunghe trasferte in Ciociaria avevano confermato che non si trattava di una coincidenza.