Due settimane a Kos, in italiano Coo, per raggiungere la figlia che lavora da quelle parti con uno dei più noti tour operator italiani. Poche ore di viaggio; volo diretto da Roma. Nel cuore il desiderio di ritrovare il più importante degli affetti; nella mente il sogno di camminare lungo spiagge meravigliose, tipiche delle isole greche. Poi la sorpresa, l'imprevisto drammatico, fortunatamente non tragico: un terremo di magnitudo 6,7 con epicentro nel mare Egeo che in piena notte scuote la piccola isola.

E così una coppia di supinesi, A.M. lui e A. P. lei, si sono ritrovati nel mezzo di un disastro di quelli che arrivano senza mai essere annunciati. «Stiamo tutti bene, ma terrorizzati, fortuna che la struttura ha retto benissimo», ci hanno scritto tramite WhatsApp, confermandoci le notizie che passavano in televisione: crolli, molti feriti, due vittime, purtroppo, e lo stillicidio delle scosse di assestamento.

«Non appena rientriamo in casa, fanno di nuove le scosse», così dice il secondo messaggio che suona ad ulteriore conferma di una notte da incubo, passata in strada a pochi minuti da Kos città quindi nella parte nord della piccola isola. Duecento ottantotto chilometri quadrati, denominata "Il giardino dell'Egeo" per l'abbondanza di acqua e coltivazioni, Kos, emerge dal mare a poca distanza dalla costa turca, di fronte alla città di Bodrum, l'antica e famosa Alicarnasso. Due turisti, un turco e uno svedese sono morti, uccisi dal crollo del tetto di un bar, e oltre 200 persone sono rimaste ferite. Sempre nell'area di Bodrun, dopo la paurosa scossa si è verificato anche uno tsunami, e le acque sono giunte fino a un centinaio di metri all'interno della costa, senza fortunatamente provocare gravi danni.

Continuano, però, le scosse di assestamento con la popolazione che continua a rimanere fuori dalle abitazioni temendo altri crolli. L'isola, meta preferita dal turismo britannico e tedesco, solo di recente è stata scoperta dai viaggiatori nostrani che ne apprezzano soprattutto la bellezza selvaggia della natura. Ora, dopo il terremoto, qualcuno dovrà forse rimettere mano alla programmazione turistica.