L'hanno chiamata Mafia capitale. Ma la mafia non c'è. I giudici della X sezione penale di Roma a conclusione del processo denominato appunto Mafia Capitale hanno fatto cadere l'aggravante di tipo mafioso. Resta una semplice associazione a delinquere come dimostrano le pene inflitte ai principali protagonisti dell'inchiesta, l'ex Nar Massimo Carminati, condannato a 20 anni, e al ras delle cooperativa, Salvatore Buzzi, che ha preso un anno in meno. Ma l'inchiesta aveva anche un capitolo ciociaro. Quello relativo all'ex presidente del consiglio comunale di Roma, in quota Partito democratico, Mirko Coratti, 44 anni, di Monte San Giovanni Campano. Il politico è stato condannato a sei anni, a fronte di una richiesta della procura capitolina di quattro anni e sei mesi.

Coratti, accusato di corruzione per atti contrari ai doveri del suo ufficio, in concorso con Franco Figurelli, appartenente alla sua segreteria e condannato a cinque anni, era stato arrestato per poi essere posto ai domiciliari a fine giugno 2015. Misura revocata un anno fa. L'ex presidente dell'assise capitolina, secondo le accuse, si sarebbe messo al servizio di soggetti economici riconducibili al re delle coop rosse. L'accusa gli contestava una mazzetta da 10.000 euro e la promessa di ulteriori 150.000 euro, tuttavia mai ricevuti. Per i magistrati capitolini avrebbe facilitato sul piano politico l'aggiudicazione di gare indette da Ama a soggetti del gruppo di Buzzi. Accuse respinte da Coratti. Nel corso del suo interrogatorio si dichiarò innocente: «Mai avuto rapporti, illeciti o dinatura economica con Salvatore Buzzi. Basta leggersi le carte: non c'è una sola conversazione con lui, intercettata, che mi riguardi». Disse di non sapere nulla dei 10.000 euro versati - secondo l'accusa - da Buzzi all'associazione "Rigenera". Il processo è stato anche uno dei più importanti celebrati negli ultimi anni. Vuoi per le pesanti accuse mosse dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dai pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli vuoi per i soggetti politici, di sinistra e destra, coinvolti.

Caduta l'associazione di stampo mafioso, diversi imputati hanno ottenuto una condanna inferiore rispetto alle richieste dell'accusa, che ora valuta il ricorso in appello. Da una proposta di 28 anni, il tribunale è sceso a 20 anni con Carminati, da 26 anni e 3 mesi si è arrivati a 19 con Buzzi. Undici anni al politico del Pdl Luca Gramazio. Condannate anche la moglie e la segretaria di Buzzi, Alessandra Garrone e Nadia Cerrito. Come per Coratti per Luca Odevaine il tribunale è andato oltre le richieste dei pm, infliggendogli sei anni contro i due e mezzo chiesti dai pm.