Sono trascorsi oltre cento giorni da quella maledetta notte tra venerdì 24 e sabato 25 marzo scorsi, quando in piazza Regina Margherita, all'uscita dal Miro Music Club, nel cuore del centro storico di Alatri, Emanuele Morganti fu aggredito da un gruppo di persone inferocite.
I primi a finire in manette, fuggiti a Roma subito dopo il pestaggio mortale, sono stati Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, 27 e 24 anni. I due, secondo gli inquirenti, sono tra i responsabili dell'omicidio. Per il gip che firmò l'ordine di cattura, i fratellastri avrebbero potuto cercare di influire sulla genuinità delle dichiarazioni rese dai testimoni. Ieri il colpo di scena. Entrambi hanno deciso di riferire al procuratore Giuseppe De Falco quel che sanno sulla notte del massacro.
Mario Castagnacci, in realtà, fin da subito aveva aperto bocca, negando di aver preso parte al pestaggio. «Ero in piazza quella sera, ma non ho partecipato alla rissa», riferì l'indagato al dottor De Falco nel corso di una deposizione spontanea.
Una versione, quella del "Freddo", che gli inquirenti hanno sempre ritenuto poco credibile, perché in contrasto con decine di testimonianze acquisite dai carabinieri. Era rimasto in rigoroso in silenzio, invece, Paolo Palmisani. Il faccia a faccia di ieri pomeriggio, durato oltre cinque ore, si è svolto all'interno del carcere romano di Regina Coeli, dove i ragazzi, assistiti dai loro avvocati, si trovano ormai da tre mesi. Nulla è trapelato dalle strette maglie del riserbo istruttorio. Di certo c'è che gli inquirenti valuteranno attentamente gli elementi raccolti e, se ritenuti attendibili, potrebbero decidere di imprimere un'ulteriore svolta alle indagini.
Intanto continua l'attesa per il deposito della consulenza medico legale affidata dalla Procura di Frosinone al dottor Saverio Potenza, dell'Università di Tor Vergata e alla tossicologa Maria Chiara David.
Le risultanze erano state annunciate per la scorsa settimana, visto che il termine dei sessanta giorni è ormai scaduto. I periti hanno però chiesto altro tempo: quindici giorni. Gli esiti del delicato esame potrebbero rivelare cosa è accaduto al ventenne di Tecchiena durante l'aggressione fuori al locale Mirò Music Club, avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 piazza Regina Margherita. E, soprattutto, cosa abbia provocato la morte.
Il terzo arrestato
L'attività incessante degli inquirenti ha poi portato all'arresto di Michel Fortuna, 24 anni, residente in viale Parigi, anche lui implicato nella feroce aggressione sfociata nell'omicidio di Emanuele. È lui il terzo uomo finito dietro le sbarre. «A suo carico - ha evidenziato il procuratore - così come per Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, sono emersi, nel corso di un'articolata e complessa attività investigativa espletata dai carabinieri di Frosinone, gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto»