Promotori e capi dell'associazione, vedette, ma anche semplici spacciatori. Si è chiusa l'indagine preliminare per una delle più importanti operazioni antidroga condotte in collaborazione tra carabinieri e polizia nel capoluogo. Si tratta di Fireworks, l'inchiesta sullo spaccio al Casermone. La procura della Repubblica di Roma ha inviato a 53 persone l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Le accuse, per i principali sospettati, sono di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche riciclaggio del denaro proveniente dalla vendita della droga in attività di ristorazione nella provincia di Malaga. A 42 dei 53 indagati la procura
contesta l'associazione a delinquere.

Mirko Valenti è considerato il leader. Colui che, per l'accusa, ha promosso, costituito, finanziato l'associazione, «coordinandone stabilmente le attività, curando i rapporti con i fornitori delle sostanze stupefacenti e fornendo agli associati le direttive in ordine agli approvvigionamenti, al trasporto, al deposito e alla custodia, ai prezzi da praticare, alle concrete modalità di spaccio e di gestione degli introiti, gestendo il reinvestimento, anche all'estero».

Il principale collaboratore è considerato il padre, Gerardo Valenti, che avrebbe condiviso con il figlio «le scelte strategiche da adottare, curando ogni aspetto della piazza di spaccio». Altro elemento di punta, per la procura, è Gianpaolo Scuderi con l'«incarico di curare la struttura organizzativa della quotidiana attività di spaccio». Sono accusati di fare i capiturno delle vedette e di tenuta della contabilità giornaliera, nonché di addetti alla cessione all'interno della finestrella, Giuseppe Fiorillo, Omar Iaboni, Giuseppe Liburdi e Marco Magliocchetti. E ancora Antonio e Giovanni Scuderi, Luigi Mizzoni, Massimo Frattali, Vittorio Di Maulo e Gerardo Ruspantini sono accusati di aver partecipato stabilmente all'associazione al pari di Juri e Mirko Celani, e Alessandro Reffe. Alle vedette è stata contestata l'associazione per aver coperto in via continuativa, con turni che coprivano le intere 24 ore, i compiti di vedetta per contrastare l'intervento delle forze dell'ordine. Sotto accusa pure Anna Rita Cioffi ,Corrado Naddeo, Yuri Crecco, Stefano Di Gennaro, Luigi Fortuna, Cristian Iaboni, Bruno e Saverio Grandi, Fabio, Massimiliano e Stefano Grossi, Vincenzino Liburdi, Stefano Mizzoni, Diego Quattrociocchi, Christian e Massimo Reffe, Roberto Roseppi, Gionni Spada, Palma Spinelli, Gianmarco Stellati, Sandro Terragitti, Emanuele Troiani e Matteo Verdicchio.

Associazione contestata anche a Ciro Cioffi, Serafino Marco Lombardi e Maurizio Pavia per avere avuto l'incarico - sostiene la procura - di custodire lo stupefacente in casa. Vengono poi contestati dei reati di spaccio. Tra i vari scambi ricostruiti da polizia e carabinieri, c'è la cessione di 500 grammi di cocaina, al prezzo di 49.000 euro, «con cadenza settimanale» da Diego Cupido, ritenuto il leader di un'altra organizzazione, anch'essa smantellata, a Gerardo Valenti. Il reinvestimento del denaro provento della droga nella ristorazione in Spagna, secondo l'impostazione della procura, è contestato a Gerardo e Mirko Valenti, nonché a Scuderi, Christian Mazzocchi, Emanuela Reffe, Giuseppe Moscato e Ana Manuela Stroia. Mirko Valenti è considerato il gestore dei proventi in Spagna e, in varie occasioni, l'autore del trasporto di 15.000 euro, Gerardo è accusato di aver organizzato il trasferimento del contante. Gli altri sono accusati di aver fatto da corrieri del denaro, mentre a Mazzocchi l'aver coadiuvato il capo nel gestire il reinvestimento nel ristorante La pergola di Torre del Mar. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Valerio Lombardi, Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia, Giosuè Bruno Naso, Vittorio Vitali, Gianluca Masi, Rosario Grieco, Tony Ceccarelli, Nicola Ottaviani, Luigi Tozzi,Eliana Scognamiglio,Carlo Mariniello, Domenico Giugni, Maurizio Frasacco Maria Luisa Ambroselli, Gaetano Tanzi, Massimo Ciullo, Paola Francesca Valeri.