Il custode non ha impedito atti di vandalismo e furti nel cantiere, all'epoca fermo, della Regione: condannato dalla Corte dei Conti. La sezione giurisdizionale del Lazio ha sanzionato per danno erariale Antonio Guercia al pagamento di 250.000 euro in favore della Regione Lazio.

Guercia era custode giudiziale dell'area di cantiere del complesso di via Moro. A seguito di un esposto della Pisana, del 17 ottobre 2012, si lamentava «un danno erariale conseguente a gravissimi atti di vandalismo che avevano interessato l'area di cantiere, dopo che la stessa era stata affidata alla custodia giudiziale» di Guercia.

Le indagini, affidate al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, avevano accertato che l'ente aveva affidato, nel 1999, i lavori alla Panea costruzioni, mandataria di un'Ati. Poi, nel 2008, l'Ati aveva ceduto il contratto d'appalto, dopo l'affitto del ramo d'azienda, alla Centro appalti srl di cui Guercia era legale rappresentante. Il 27 ottobre2010 il tribunale di Roma decretava il fallimento della Panea e il curatore fallimentare, a dicembre, comunicava la risoluzione del contratto d'appalto, mentre i lavori venivano interrotti il 3 maggio 2011.

Due giorni dopo la polizia tributaria sequestrava ramo d'azienda e contratto d'appalto con contestuale nomina di Guercia a custode giudiziale. La Regione comunicava quindi che nell'agosto e nel novembre del 2011 aveva ricevuto dallo stesso notizia di ingenti danni provocati da ignoti. Danni ai quadri e agli impianti elettrici, agli infissi d'alluminio e ai vetri di dieci finestre, ai controsoffitti di due corridoi e di una camera, all'impianto antincendio, a sette condizionatori, alle porte, ai sanitari, al portone e ai muri imbrattati con vernice spray.

In un sopralluogo del 7 dicembre 2011, la Regione constatava la sparizione di un intero gruppo elettrogeno del valore di 145.001 euro e cinque motori per il sistema di condizionamento, di notevoli dimensioni e del valore di 333.301 euro, oltre a danni alla struttura per altri 12.000 euro per un totale complessivo di 490.302 euro. Successivamente, dopo il dissequestro, la Regione portava a compimento l'opera (oggi funzionante) e provvedeva al riacquisto dei macchinari. Ragion per cui la procura della Corte dei Conti ha quantificato un danno erariale di 490.302 euro o, in via subordinata, di 319.500 euro, somma impiegata dalla Regione per il riacquisto dei beni.

Il tribunale ha ritenuto fondate le richieste della procura, seppur riducendone l'ammontare, e ha, per prima cosa, rigettato l'eccezione della difesa del Guercia sul difetto di legittimazione. Per la corte «il custode avrebbe dovuto dimostrare di avere adottato tutte le cautele perché i fatti contestati non si verificassero». Il collegio ha condiviso l'assunto della procura secondo cui il custode è responsabile per «inosservanza dell'obbligo contrattuale in virtù del quale sono a carico dell'appaltatore le spese per la custodia e la buona conservazione delle opere» e perché «rivestiva la qualità di custode giudiziale».

I beni sottratti «sono scomparsi dal cantiere nel periodo compreso tra il 5/9/2011 e il 7/12/2011, periodo nel quale, incontestabilmente, il Guercia era certamente custode giudiziale e per il quale non risultano pagati i canoni alla società di vigilanza Controlpol che, per tale motivo, aveva sospeso il servizio per morosità del Guercia». È stato evidenziato che dai rilievi fotografici effettuati nell'ispezione del 5 settembre 2011 in cantiere erano presenti tutti i macchinari. E che gli stessi erano mancanti in occasione del sopralluogo del 7 dicembre. Inoltre non risulta dagli atti che Guercia abbia sempre tempestivamente denunciati gli atti vandalici.

Tuttavia, la Corte dei Conti ha valutato alcuni argomenti della difesa, ritenendo che «la Regione Lazio, pur avendo avuto immediata notizia del fallimento della Panea costruzioni... non si è attivata subito... ma ha atteso dodici mesi». Solo quando «si sono avveduti del furto dei macchinari, hanno provveduto in tal senso». Per cui «tale tardività e/o inattività dell'ente si appalesa ancora più incisiva» trattandosi «di lavori affidati fin dal 1999». Dato che alla Regione possono «essere riferite tardività e condotte (anche omissive) quantomeno imprudenti di dirigenti e responsabili regionali, chiaro sintomo di una ingiustificata trascuratezza dell'ente», la condanna di Guercia è stata valutata nella «limitata misura complessiva di euro 250.000».