Molotov in auto. Spunta un quarto indagato: un ventottenne romano, W.I., originario della Ciociaria, da poco tempo trasferitosi a Torrice. Ieri mattina ha ricevuto una informazione di garanzia dalla polizia, per concorso nella detenzione e produzione di ordigni da guerra esplosivi. I fatti risalgono al 4 maggio scorso, quando tre romani, Manuel Pacifici, Danilo Borsetti e Simone Romano, tutti classe 1991 e residenti nella capitale, sono stati bloccati da una pattuglia del nucleo mobile della Guardia di Finanza di Frosinone, all'interno di un'auto piena di molotov.
Viaggiavano su una Opel Corsa, notata sulla Monti Lepini, all'altezza dell'incrocio dell'autostrada. È scattato subito il piano di coordinamento tra le forze di polizia. Sul posto sono arrivati anche gli uomini della Squadra Volante. Dai controlli effettuati, sotto il sedile lato guida, sono state rinvenute bombe molotov. Le indagini proseguono senza sosta. Gli inquirenti vogliono capire il motivo per cui quelle armi da guerra erano in quella macchina e l'utilizzo che ne volevano fare i tre. Non si esclude un atto intimidatorio, forse ai danni di qualche attività commerciale. Ora c'è un quarto indagato, a piede libero, un giovane attualmente a Torrice, che ieri ha ricevuto una informazione di garanzia. Giovane che proprio da poco tempo si era trasferito in provincia di Frosinone. Intanto, durante l'udienza di convalida, i tre arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. In attesa del processo non potranno tornare a Frosinone.
Nel dettaglio, nell'auto sono state trovate due bombe molotov, confezionate con due bottiglie di birra da 66 centilitri, nonché il materiale per il confezionamento di altri ordigni simili. Le bottiglie di birra erano preparate per metà con liquido infiammabile e per l'altra metà con uno straccio di cotone che usciva dai contenitori. Trovate anche due bottiglie di birra vuote, una bottiglia di plastica da un litro e mezzo, contenente altro liquido infiammabile, e altri due stracci dello stesso tipo di quelli impiegati per confezionare i primi due ordigni e due pacchi di zucchero da un chilo ciascuno. L'Opel su cui viaggiavano i tre romani aveva la carrozzeria pulita, ma la targa coperta di fango. E proprio questo particolare ha insospettito i finanzieri che hanno fatto scattare l'operazione.