Violenza sessuale su minore. Per di più con disabilità. La storia finita in aula in un processo, ovviamente a porte chiuse, racconta di un uomo di circa 60 anni e di un ragazzino di 45 anni più piccolo. Un ragazzino con problemi mentali che avrebbe raccontato alla madre di attenzioni "particolari", di passeggiate e di momenti divenuti preludio - secondo la denuncia - di una vera e propria violenza. I dettagli restano nella segretezza di un processo che è ormai agli sgoccioli. E che a giugno porterà a decretare la colpevolezza o l'innocenza "dell'orco".

La denuncia

La denuncia è stata presentata dalla famiglia del ragazzino poco dopo le presunte violenze. Era l'estate del 2014. Una sera il minore rientrando a casa riferì alla madre delle attenzioni che gli sarebbero state riservate da quell'uomo molto conosciuto in paese, che spesso i ragazzi incontravano in piazza e con cui tutti si fermavano a parlare. Secondo quanto dichiarato dalla parte offesa, l'uomo gli avrebbe chiesto di fare una passeggiata. Nulla di strano. Poi il racconto del minore sarebbe divenuto più complesso: attenzioni "particolari", in una zona isolata e lontana da occhi indiscreti. Fino alla consumazione, sembrerebbe, di un rapporto vero e proprio. Due almeno gli episodi contestati all'uomo che dopo circa un anno è finito ai domiciliari per le pesanti accuse mosse a suo carico. E l'apertura di un processo che a giugno stabilirà la verità, almeno da un punto di vista giudiziario.

Le testimonianze

Contrapposte e complesse le testimonianze portate in aula dalle difese: dall'avvocato Riccardo Ernesto Di Vizio per il minore e dall'avvocato De Siena per l'imputato. Alcuni degli amici del minore avrebbero confermato le attenzioni poi divenute, forse, qualcosa di più. I testimoni della difesa del sessantenne avrebbero, invece, confermato la serietà dell'uomo. Tra venti giorni l'attesa sentenza.