Se non fosse che a rischio c'è la salute dei cittadini si potrebbe anche immaginare di essere seduti a tavolino e, mappe catastali tra le mani, giocare ad una battaglia navale su scala reale. Dove ad ogni "colpito" possa corrispondere un nuovo sito a rischio, una nuova potenziale bomba ecologica scovata. Così quando gli ambientalisti presentano l'ennesimo esposto in procura - sollevando persino qualche critica - per un'area su cui pende forte l'ombra del rischio ambientale, non fanno altro che accendere i riflettori su criticità che interessano tutti. Su problemi che riguardano noi, i nostri figli e i nostri nipoti. L'ultimo, in ordine di tempo, è l'esposto finito sul tavolo del dottor Bulgarini. Nell'oggetto la richiesta di verificare la situazione di un'ampia area a confine con Cassino, nel territorio di Sant'Elia. Cumuli e cumuli di rifiuti accatastati al sole sotto coperture d'amianto. Da tempo, tanto tempo. Così tanto che, mentre la questione si sviluppa in tribunale e un nuovo esposto arriva in procura, il sindaco di Sant'Elia aveva già emesso ordinanze ad hoc per il terreno interessato e per quelli circostanti,per vietare il pascolo e la coltivazione.

Ora che il caso di Pomezia è balzato agli onori delle cronache i dubbi si fanno strada. E gli ambientalisti intervengono. Non è da escludersi neppure che a breve possano scattare da parte degli inquirenti opportuni sopralluoghi per verificare quale sia la situazione.

La fotografia

La legge sugli eco reati (che ha introdotto i nuovi reati di inquinamento ambientale, di disastro ambientale, i delitti colposi contro l'ambiente, il traffico e l'abbandono di materiale radioattivo, l'omessa bonifica e il reato di impedimento al controllo) esiste. La caparbietà degli ambientalisti come Grossi o Avella è ormai proverbiale. I magistrati della procura di Cassino fanno tutto il possibile. Ma la battaglia deve essere sostenuta anche dai cittadini. Sono loro a dover segnalare, a dover denunciare. A non arrendersi. Ciò che resta sotto la lente degli inquirenti, poi, è noto: dalla vasta area delle acque rosse al sito di Nocione. Tutti "capitoli aperti" per i quali gli uomini della finanza e quelli dei carabinieri insieme ai tecnici stanno portando avanti tesi investigative importantissime. E con encomiabile impegno. I risultati hanno una portata di così ampio respiro che tutto il territorio resta in attesa di conoscere la verità. Di sapere cosa sia sepolto, se ci sia davvero una correlazione tra inquinamento e le tante malattie mortali. E soprattutto quale sia "l'uscita di sicurezza".