«Che paradiso abbiamo nel cuore di Frosinone e tutto e nel degrado più grande. Ci sono siringhe e tanta immondizia. Un'area, quella dei Vignali, che potrebbe essere valorizzata e diventare un luogo turistico. A pochi metri c'è una struttura che sta cadendo a pezzi: l'ex teatro, stabile di proprietà dell'Ater. Dispiace vedere la natura deturpata e un luogo che potrebbe essere utilizzato per il sociale, abbandonato a se stesso». È quanto sottolinea don Ermanno D'Onofrio, presidente della fondazione "Il giardino delle rose blu", che da anni sta facendo una "battaglia" per vedere realizzato il progetto del "Villaggio della solidarietà" accanto alla sede della fondazione.

Allo stesso tempo, porta all'attenzione un'altra tematica: quella ambientale. In particolare il degrado nella zona Vignale. Nei giorni scorsi, approfittando della bella giornata di sole, ha fatto una passeggiata nel verde, nel cuore della città di Frosinone, nella parte bassa del capoluogo. Un'oasi immersa nel verde, dove scorre il fiume Cosa, ma non mancano, purtroppo gli incivili che deturpano la zona. Purtroppo non mancano neppure situazioni di spaccio e di consumo di droga. Lungo il percorso si notano rifiuti di ogni genere e anche siringhe.

«Peccato che l'immondizia e l'abbandono hanno reso questo posto pericoloso e inquinato. Sono rimasto veramente deluso, e pensare che è nel cuore della città- aggiunge don Ermanno - Ho incontrato un gruppo di minorenni e non hanno nascosto il fatto che gira anche droga da quelle parti. Allo stesso tempo ho trovato anche giovani che avrebbero piacere a vedere quel luogo incantevole tornare a "vivere". Un lato del sito, proprio vicino al fiume, è stato oggetto di bonifica nel tempo e sistemato, a pochi metri regna ancora l'inciviltà».

E il presidente della fondazione "Il giardino delle rose blu" riprende alcuni passi della seconda enciclica di papa Francesco, "Laudato si'", del 2015: «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode; tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti».

Fin dalle prime righe papa Francesco indica che la crisi ecologica «è una conseguenza drammatica dell'attività incontrollata dell'essere umano» e che «attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Indica «l'urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell'umanità».