Migranti giardinieri per integrarsi, ma l'assicurazione mortifica il progetto. Nei giorni scorsi, annunciato con soddisfazione dal comune e dai tifosi ed amplificato dai media, ha avuto inizio il progetto per l'integrazione collegato al protocollo sottoscritto da Prefettura, comune e responsabile della cooperativa.

La storia

I migranti ospiti della struttura ex albergo (nato col nome di Giardino e attualmente Santoro) di via San Magno, ad Anagni, dopo la nomina di un coordinatore individuato in un anagnino, si sono recati entusiasti al complesso sportivo di via San Magno, effettuando le operazioni loro indicate. Calzati i guanti di protezione, i giovani hanno tagliato con le forbici i rametti degli alberelli collocati sull'emito, che guarda il campo di calcio, e raccolto le erbacce dentro i voluminosi sacchi neri forniti dal comune. Chi si aspettava un lavoro di diverso spessore, resterà sicuramente deluso: una clausola della polizza di assicurazione (responsabilità civile ed infortuni) probabilmente concordata dagli ideatori del progetto, escluderebbe per gli assicurati l'utilizzo di attrezzature tipo moto falce o decespugliatore, attrezzi senza i quali appare almeno arduo liberare le migliaia di metri quadrati costituenti le pertinenze del palazzetto, dalla foresta che le sta soffocando.

Le reazioni

Il commento di un consigliere di maggioranza va nella direzione che occorre trovare strade diverse, visti questi risultati. Condizioni di polizza capestro sono solite essere accettate dal comune di Anagni, che da anni paga fior di cifre per restare più o meno scoperto di garanzia (franchigie inaccettabili e cose del genere), ma pretendere di occupare persone con attività di giardinaggio ed impedire loro l'utilizzo delle attrezzature fa veramente pensare. Intanto, Casapound insiste nel censurare il protocollo, ritenendo eccessivamente onerosi gli obblighi del comune: formazione, dotazione, assistenza, rendicontazione!».