Il corpo sanguinante e ferito trascinato sulla pavimentazione di Piazza Regina Margherita, sputi e calci sul povero Emanuele ormai privo di sensi. Quindi, per i colpi finali, un corpo contundente: chiave inglese, spranga o cric, ancora non è stato chiarito. Una vera e propria esecuzione premeditata, secondo Pietro, zio del giovane Morganti, massacrato da un branco di una decina di persone in pieno centro ad Alatri. Questa è l'ipotesi che si sta facendo strada e che porterebbe alla trasformazione del capo di imputazione da omicidio volontario ad omicidio premeditato. Se dovesse essere confermata questa ipotesi, bisognerà quindi chiarire i motivi che hanno portato il branco ad uccidere il ventenne. In tal caso cadrebbe anche l'iniziale ipotesi di un diverbio scatenato da un cocktail conteso o da qualche complimento di troppo nei confronti della ragazza di Emanuele.

Domani alle 21, intanto, a Tecchiena Castello, si terrà una veglia di preghiera, proprio a pochi passi da dove il ragazzo abitava, nel giorno che il sindaco Giuseppe Morini ha decretato lutto cittadino. Mercoledì alle 19, invece, un'altra manifestazione, stavolta nel centro di Alatri, che partirà da Piazza Santa Maria Maggiore, per protestare silenziosamente contro ogni forma di violenza e per commemorare Emanuele.

La sua fidanzata Ketty, intanto, ha postato poco fa su Facebook una foto che li ritrae insieme, accompagnata da uno struggente messaggio: "Questa è la foto che ti piaceva più di tutte amore mio. Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così. Ricordo uno dei tuoi ultimi messaggi di venerdì pomeriggio: "ti amo più di ogni altra cosa".. E continuerò a ricordarlo per sempre, come continuerò a ricordare anche te. Ti amo e lo farò per sempre. Il mio cuore ora sta lì con te. Ci rivedremo presto, ciao amore mio".