Per sconfiggere l'assistenzialismo senza prospettive, bisogna impiegare i profughi nei servizi. E fare in modo che tutti quegli stranieri che affollano le vie del centro in cerca di una wi-fi per proiettarsi in un mondo virtuale abbiamo, invece, una possibilità di collaborazione piena con la comunità che li ospita. Anche per eliminare quella patina di sospetto che spesso avvolge le loro figure. Così, il sindaco della città fluviale, si è subito messo in moto. Proprio lui, l'altro giorno, di fronte all'eventualità di nuovi sbarchi aveva gridato il suo No perché la terra pontecorvese già ospita circa 130 migranti e, piuttosto che accoglierne altri, preferirebbe contribuire a integrare gli stranieri presenti. Anselmo Rotondo ha varcato la soglia della prefettura, lunedì pomeriggio, e ha comunicato alla dottoressa Zarrilli la volontà di aderire alla convenzione che permette ai profughi di dare il loro contributo alla società, simile a quella del Comune di Arpino e alla prossima attivazione ad Anagni.

Ha varcato quella soglia per confrontarsi e per capire come muoversi. Il progetto, assolutamente fattibile, prevede l'adesione sia delle cooperative che gestiscono i profughi che dell'amministrazione sulla quale graverà solo l'assicurazione. Una cifra annua che si aggira tra i 100 e i 150 euro. A quel punto sarà possibile inserire i migranti, «soprattutto in un contesto di servizi - ha detto Rotondo - quali pulizia strade, taglio dell'erba o azioni affini per alleggerire un po' il carico dei dipendenti comunali, destinandoli ad altro, e per inserire i migranti.

Lo scopo è anche quello di evitargli una sorta di isolamento, spesso vanno alla ricerca di wi-fi per mettersi in collegamento e pensano solo al cellulare. Questa, invece, potrebbe essere un'ottima soluzione che rientra nel servizio di volontariato. Una volta inseriti in questo circuito si possono anche monitorare meglio, oltre che contribuire alla loro integrazione». Il prefetto, la dottoressa Emilia Zarrilli, lo aveva detto più volte. Quello dell'impiego fattivo dei migranti è una soluzione che andrebbe abbracciata ovunque. E ieri lo ha ripetuto: «Sarà presto concretizzato l'intento dell'amministrazione per rendere operativi gli immigrati e farli partecipi della vita sociale. Così faranno anche meno paura al territorio». E ad alcuni sindaci preoccupati dell'arrivo di nuovi immigrati, il prefetto ha aggiunto: «Possono affrettarsi a fare gli Sprar, siamo ben felici quando l'emergenza e l'integrazione viene gestita direttamente dai Comuni».