Primo giro di "interrogatori" concluso. Ora si passa alla fase due. L'obiettivo della Guardia di Finanza è quello di fare piena luce sul maxi debito scoperto in Università e prodotto negli anni 2011-2014. Trentuno milioni di mancati versamenti all'Inps a cui si aggiungono 9 milioni di sanzioni e penali che sarà difficile evitare.

L'inchiesta aperta dalla Procura e affidata agli uomini del dottor Fortino va avanti speditamente. Sono stati già ascoltati, come persone informate sui fatti, gli ex vertici (il rettore dell'epoca Ciro Attaianese, i due ex dg Farenti e Simeone, il delegato al bilancio dimissionario Trequattrini) più quattro dipendenti, figure anche apicali dell'area bilancio chiamate a fornire informazioni. Ora le Fiamme Gialle si preparano a calendarizzare nuovi incontri. Saranno ascoltati alcuni membri del Consiglio di Amministrazione dell'epoca, l'organo chiamato alla direzione decisionale e alla verifica dell'azione politica, e alcuni membri del Collegio dei Revisori dei Conti, organo di controllo per eccellenza.

Diversi, sicuramente, già gli elementi nelle mani della GdF che potrebbe avere un quadro già abbastanza nitido. Ma manca ancora il tassello più importante: i conti correnti dell'ateneo presso le varie banche. Ancora non sono trascorsi i termini di legge - trenta giorni - per fornire i preziosi dati. Sì, perché se dai bilanci si è potuto osservare il maxi debito e i suoi "nascondigli" tra partite di giro e residui passivi, è solo nelle movimentazioni bancarie che la rappresentazione contabile diventa matematica nuda e cruda. Dove non esistono nascondigli!

Intanto, in ateneo emergono altri particolari. Legati al 2014, anno in cui - pare - che i contributi non siano stati pagati "solo" da agosto a dicembre. E prima? I versamenti sembrano in regola. Con una chicca: tra Farenti e Simeone ci fu la parentesi di un altro Dg, chiamato nelle more della nuova scelta, arrivato direttamente da Tor Vergata, in servizio tra marzo e aprile. Un momento di passaggio e di nuove nomine in cui i versamenti sembrano in regola.