La mancanza di lavoro l'ha ucciso. Era stanco, Fabio Vitaliano, e ieri mattina ha deciso che non sarebbe più riuscito a vivere così. Senza un'occupazione e con un forte dolore per la perdita della nonna a cui tanto era legato. Approfittando del fatto che nessuno era in casa, intorno alle 11 ha preso una corda e, dopo averla passata intorno al collo e aver chiuso a chiave l'ingresso, si è lasciato cadere nella tromba delle scale. Soltanto quando è rientrata, la madre, non riuscendo ad aprire la porta, ha chiamato una vicina di casa che, armata di scala, si è introdotta da una finestra. Terribile la scena che si è trovata davanti e strazianti le urla alla vista del figlio privo di vita.
Immediatamente è scattato l'allarme: nella casa di via Ponte Olmo, a pochi metri dal passaggio a livello, sono arrivati i sanitari del 118 di Sora, l'automedica, i carabinieri e la polizia locale. Purtroppo, per Fabio, 39 anni, non c'era più nulla da fare. Poco dopo, avvisato dai militari dell'Arma, è arrivato anche il medico legale che sul corpo del trentanovenne ha effettuato soltanto un'ispezione esterna: non si è reso necessario l'esame autoptico. Il servizio funebre, per volontà della famiglia, sarà curato dalla ditta Santa Restituta e i funerali sono stati fissati per domani, alle 10.30, nella basilica di San Domenico Abate. I conoscenti e i vicini di casa hanno descritto l'uomo come una persona tranquilla. Era particolarmente affezionato alla nonna, venuta a mancare da poche settimane.

Le parole del padre

Duro lo sfogo del padre Armando che, tra lacrime e rabbia, ha accusato il "sistema" della morte di suo figlio. «Viviamo in una società che non permette ai giovani di esprimersi e di trovare un lavoro - ha detto l'uomo ieri mattina - Fabio è una vittima del sistema: ha partecipato a tanti colloqui, ha creduto alle parole della classe politica che per anni l'ha riempito di speranze, di tante promesse mai seguite da fatti concreti. Era disoccupato e non un raccomandato: dopo la perdita della nonna, a cui era molto legato, aveva espresso il desiderio di voler aiutare gli anziani. Stava preparando una domanda per cercare di lavorare in questo settore. Purtroppo, non c'è riuscito. Tutti devono conoscere la sua storia. Non dobbiamo dimenticarlo».

Impiccato sulle scale di casa: il duro sfogo del padre di Fabio V.. Lacrime e rabbia sul volto di Armando, il padre del trentanovenne che qualche ora fa è stato ritrovato privo di vita nella sua abitazione di via Ponte Olmo, a Sora. Lo sconforto e il dolore per la perdita del figlio non hanno impedito al genitore di puntare il dito contro il "sistema" e la difficoltà di trovare un lavoro. Fabio, infatti, era disoccupato e da tempo cercava un'occupazione.

<Viviamo in una società che non permette ai giovani di esprimersi e di trovare un lavoro - ha detto l'uomo piangendo - Mio figlio è una vittima del sistema: ha partecipato a tanti colloqui, ha creduto alle parole della nostra classe politica, che hanno detto tante parole e non hanno fatto nulla di concreto. Mio figlio era disoccupato e non un raccomandato: dopo la perdita della nonna, a cui era molto legato, aveva espresso il desiderio di voler aiutare gli anziani. E stava preparando una domanda per cercare di lavorare in questo settore. Purtroppo non c'è riuscito>. 

di: Enrica Canale Parola

Si è chiuso dentro la sua abitazione, un edificio isolato di via Ponte Olmo, nelle campagne di Sora a poca distanza dal passaggio a livello. Quindi, si è diretto alle scale che portano dal piano terra al primo, ha legato attorno al collo la corda che aveva portato con sé e si è impiccato. Mancava poco a mezzogiorno quando F.V., 39 anni del posto, ha compiuto l'estremo gesto, forse covato chissà da quanto tempo. L'uomo non era sposato e non aveva figli, viveva con i familiari nella stessa casa in cui ha scelto di togliersi quella vita che non riusciva più a vivere. 

A scoprire l'accaduto è stata una vicina di casa chiamata dalla madre. La donna, avendo trovato la porta chiusa a chiave dall'interno, ha chiamato l'amica e confinante per farsi aiutare. Preso atto dell'impossibilità di entrare dalla via principale, la vicina ha preso una scala, si è arrampicata fin sul balcone ed è entrata dalla finestra. Dinanzi a lei, fatti pochi metri, si è trovato davanti il corpo penzoloni del 39enne. 

Immediatamente è scattato l'allarme: sul posto si sono portati i sanitari del 118 e i carabinieri. Purtroppo, per F.V. non c'è stato nulla da fare: il 39enne era ormai morto. Sul luogo della tragedia è arrivato anche il medico legale, che, dopo la ricognizione esterna del cadavere, ha dato il nulla osta per lo spostamento della salma, senza necessità di svolgere autopsia. 

Particolare che rende ancora più tragica la notizia, il decesso, pochi giorni fa, della nonna di F.V., alla quale l'uomo era molto affezionato.

di: La Redazione