I ladri. Nemico invisibile e temuto come la peste. Colpiscono alle spalle, violano l'intimità, portano via gli effetti personali, spesso gli "affetti", preziosi più dell'oro, nascosti nella scatola dei ricordi. Sviliscono le sicurezze e mettono in moto sentimenti di rabbia, che poi sfociano nelle ben note ronde che, soprattutto nel Cassinate, diventano fenomeni organizzati e di massa. I furti alle due scuole Medie di Cassino, la Di Biasio e la Conte, hanno ferito l'intera comunità. Quel bottino fatto di materiale tecnologico (cinquanta in tutto tra pc, notebook e tablet) erano la linfa della scuola. Lo sanno i professori, lo sanno igenitori. A centinaia hanno commentato indignati. La guerra dichiarata dalle forze dell'ordine è costante e ben armata.

I presidi sono stati rafforzati e tanti i soggetti finiti nelle maglie dei controlli e arrestati. Ma c'è un ulteriore nemico a ostacolare il fronte. È la sfiducia che si tramuta, troppo spesso, in mancate denunce. O esposti che arrivano a posteriori .A volte, succede in quei casi dove i malviventi hanno visitato per la seconda o per la terza volta un determinato luogo. Altre volte quando i colpi sono solo tentati. Altre quanto riguardano gli anziani che magari non vanno a formalizzare la denuncia. Fenomeno nazionale, come già fotografato nel 2016 da un'indagi ne Ipsosper-Cna: «Il calo delle denunce - fanno rilevare dalla Cna - potrebbe essere determinato in parte anche da un senso di frustrazione dei cittadini». Fenomeno locale, dove spesso la denuncia è solo online, con racconti minuziosi del furto o del tentativo di scasso.

Ecco perché il numero dei reati ufficiale può non corrispondere al numero dei micro-crimini effettivamente perpetrati. Anche solo tentati. Accade che la mancanza di riscontro immediato faccia perdere la voglia di collaborare, incappando in una tremenda girandola dove il "silenzio"  fa male quanto il colpo. Sì, perché si interrompe quel flusso di informazioni vitale per le forze dell'ordine laddove un'impronta unita a un dettaglio aiutano a ricostruire i modus operandi delle bande, a seguirle lungo il percorso fino a intercettarle e bloccarle. Ma la collaborazione dei cittadini è vitale. Sia nella fase finale che in quella iniziale, come "sentinelle" delle varie zone. È stato ripetuto qualche tempo fa anche durante un comitato per la sicurezza in Prefettura. Ai cittadini il compito essenziale del «controllo di vicinato» per una sicurezza partecipata capace di creare un muro invalicabile alla microcriminalità.