Orate, seppie, spigole e altro: oltre 90 chilogrammi di prodotti ittici non rintracciabili e scaduti per un totale di 19.000 euro di multe. Quando il pesce "puzza" interviene la Guardia Costiera. Ben undici tra ristoranti e pescherie di Cassino e del Cassinate finite nel mirino dei militari della Guardia Costiera di Formia nell'ambito delle attività di controllo sulla filiera della pesca.

Durante i controlli sono state accertate una serie di violazioni. In particolare, l'attenzione dei militari si è concentrata sul rispetto delle norme che, ai fini della tutela del consumatore, garantiscono la rintracciabilità del prodotto ittico messo in vendita. Diverse le violazioni riscontrate. I trasgressori, gestori di ristoranti e pescherie nei Comuni di Cassino, Scauri e Fondi, sono stati sanzionati con cinque verbali amministrativi per un importo di 7.500 euro e il sequestro di circa 80 chilogrammi di prodotto ittico non rintracciabile.

Non solo, trovate anche attività che vendevano pesci nonostante fossero già scaduti. Infatti in alcuni casi sono stati riscontrati violazioni delle norme in materia igienico sanitaria. Nel particolare sono stati rinvenuti in alcune pescherie di Cassino e zone limitrofe prodotti ittici in cattivo stato di conservazione e messi in vendita oltre il termine di scadenza indicato sulle etichette.

I militari della Guardia Costiera hanno, quindi, messo sotto sequestro 10 chilogrammi di pesce scaduto e mantenuto in cattivo stato di conservazione, elevando sanzioni amministrative per un importo di 11.500 euro. Infine, a seguito dei controlli svolti, è stato sanzionato un operatore del settore per aver violato la normativa sulla corretta e completa indicazione dei dati di vendita del prodotto ittico, avendo apposto informazioni non corrette sul cartello di vendita rivolto al consumatore.