Una donna, residente in Veneto, acquista online un orsetto di una nota marca di ceramiche, effettuando una ricarica di 130 euro su una Postepay Paywave, il cui numero era stato fornito dal "venditore". Trascorsi i necessari tempi tecnici per la consegna, mai avvenuta, la trentunenne, sospettando di essere caduta nella trappola di un truffatore, denuncia l'accaduto alla Questura di Vicenza. Scattano così le indagini: nel visionare il contratto di attivazione della "incriminata" Postepay Paywave emerge che è stata utilizzata una carta d'identità rilasciata da un comune a sud della provincia. L'indagine passa al Commissariato di Cassino per le opportune ed ulteriori verifiche al fine di accertare l'autenticità del documento. Dal controllo effettuato risulta che l'Ufficio Anagrafe ha effettivamente rilasciato quel documento a un ventisettenne di Cassino che, tra l'altro, non ne aveva mai denunciato lo smarrimento o il furto. Alla luce di quanto emerso gli uomini del Commissariato di Cassino hanno deferito l'uomo all'Autorità Giudiziaria competente per il reato di truffa.