Chiuso per sette giorni il Bar Luciano. A eseguire il provvedimento amministrativo emesso dal questore di Frosinone, Filippo Santarelli, gli agenti del Commissariato di Cassino coordinati dal vice questore Alessandro Tocco. I poliziotti hanno notificato al titolare del bar il provvedimento di sospensione dell’autorizzazione amministrativa all’esercizio pubblico.

La chiusura dell’attività, notificata ieri dai poliziotti e disposta per sette giorni, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, è scaturita in seguito a un’operazione di polizia giudiziaria, finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Il questore Santarelli ha disposto la chiusura momentanea del locale per impedire il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale.Il provvedimento amministrativo è stato disposto ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza.

Dagli indizi raccolti dagli agenti ma, soprattutto, da quelli ottenuti dalle indagini svolte dai carabinieri nell’operazione “La Storia Infinita” sarebbe emerso che il titolare avesse dato il suo “benestare” affinché il locale divenisse un bazar della droga: acquisto, trasporto, detenzione, cessione e spaccio al minuto di hashish, marijuana e cocaina. Non ci sono assolutamente provvedimenti di carattere penale a carico del titolare del bar. Il nome del locale sarebbe emerso con chiarezza nelle intercettazioni raccolte durante le indagini dei carabinieri ma non ci sono conferme che quanto detto dal giovane arrestato sarebbe poi di fatto la realtà.

A motivare l’adozione del provvedimento è stata anche l’abituale frequentazione dell’esercizio pubblico di soggetti appartenenti a clan in trasferta dalla vicina Campania e di pregiudicati della zona, che avrebbero fatto del lo cale un ritrovo per i loro loschi affari. In questa base organizzativa, il titolare del bar -secondo gli inquirenti -poteva fare da “palo”alle attività illecite del sodalizio criminoso, avvisando tempestivamente dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Tra le criticità rilevate dagli agenti della polizia c’è anche la particolare posizione del bar, che si trova in centro nelle vicinanze di una chiesa e di un parco, ritrovo di giovani e bambini, che amplificano la gravità del fatto e mettono a repentaglio il sicuro svolgimento della vita sociale del luogo. L’adozione dell’atto vuole essere un chiaro segnale per chi, anche nell’esercizio di un’attività commerciale, non rispetta le regole o non si adopera per farle rispettare, nonché la risposta puntuale della Polizia al bisogno di sicurezza dei cittadini.

Le reazioni

Lo sgomento dei residenti del quartiere ieri mattina ha lasciato un profondo silenzio davanti alla saracinesca abbassata. A decine si sono fermati increduli a leggere il cartello lasciato dagli agenti con la comunicazione del provvedimento della Questura. «Questo bar - ha detto amareggiato un pensionato - non è mai stato chiuso in cinquanta anni di lavoro. Sono instancabili lavoratori. Inverno, estate, sole e pioggia, festivi e feriali, la porta del bar era sempre aperta, la televisione sempre accesa e l’odore di caffè arrivava fino ai tavolini sistemati all’esterno». Il locale è molto frequentato dagli anziani del quartiere, ma anche dalle mamme che portano i bimbi al parco in piazza e dai fedeli che vanno a messa la domenica.

I social si infiammano: «Sicuramente è un errore»

Era da poco passata l’ora della colazione quando al bancone del bar si sono presentati gli agenti del Commissariato. Ore 10.40, saracinesche abbassate fino al 7 febbraio. Immediatamente la notizia si è sparsa e in rete sono esplosi i commenti. Qualche voce fuori dal cuore si è detta entusiasta per questa decisione.

La maggior parte invece ha mostrato solidarietà ai titolari del bar. Il noto locale infatti vanta una vasta esperienza, aperto oltre cinquanta anni fa, ha visto tre generazioni alternarsi dietro il bancone. «È brava gente che lavora, cosa ne sanno poi di chi si ferma a prendere il caffè e organizza le proprie attività».

Vicinanza al proprietario e amarezza nel vedere quella saracinesca abbassata, proprio li dove non si era mai vista una porta chiusa dalle 5 di mattina a notte inoltrata. Sono decine i ragazzi, ma anche i cassinati un pò più in la con l’età, che stanno difendendo senza ombra di dubbio la buona fede del titolare del Bar Luciano che non è mai stato assente dal suo posto di lavoro in tanti anni di attività