Nato a Milano il 25 gennaio 1939, Giorgio Gaber avrebbe compiuto oggi 77 anni. Nome d’arte di Giorgio Gaberščik, noto ai suoi estimatori come “Il Signor G”, Giorgio Gaber è stato uno dei personaggi più influenti dello spettacolo e della musica italiana del secondo dopoguerra. Nella sua figura si condensano il genio del cantautore e l’arte mimica del commediante: un “cantattore” lo si potrebbe definire che, unicamente dotato di corpo e voce, era in grado in pochi istanti di riempire la scena. Dopo il suo esordio come strumentista, al fianco di altri grandi autori della musica italiana, come Enzo Jannacci, Luigi Tenco e Adriano Celentano, è stato, assieme a Sandro Luporini, iniziatore del cosiddetto teatro-canzone.

Durante la sua carriera artistica ha portato in scena pezzi di vita pubblica e privata, che hanno saputo raccontare gli effetti di una società omologante sull’ uomo che, nell’ arco della propria vita, viaggia inesorabilmente verso il disincanto: dalle allucinazioni distorte di un’infanzia troppo breve (I borghesi), ai successivi sforzi per recuperare le briciole di un’autenticità perduta (Far finta di essere sani), fino alla rassegnazione e all’ abbandono totale alle logiche del vivere sociale, che ci sottraggono a ogni certezza, senza che abbiamo più la forza per replicare (L’uomo che perde i pezzi). Nel monologo musicato “Non insegnate ai bambini” Gaber racconta l’errore che tutti finiamo per commettere: quello di voler insegnare verità che crediamo assolute, senza lasciare spazio al dubbio, al sentimento, all’ errore, all’ inutile, insomma a tutto ciò che è umano. Tra i suoi brani più noti ricordiamo inoltre "La libertà", "Io se fossi Dio", "Io non mi sento italiano", "Qualcuno era comunista". Giorgio Gaber si è spento a 63 anni, dopo una lunga malattia.Â