Si è spento all’età di ottantasei anni l’attore Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer (pseudonimo che deriva dal nome della sua birra favorita, la Budweiser e da quello del grande attore Spencer Tracy). Nato a Napoli il 31 Ottobre del 1929, nel corso della sua carriera interpreta più di cento film, legando il suo nome a quello di Terence Hill, con il quale formerà una delle coppie cinematografiche di maggior successo del nostro cinema (lavoreranno insieme in ben 18 pellicole). Conosciuto e amato anche all’estero, è tra gli attori più noti e popolari che il nostro cinema abbia mai avuto.

Sarebbe limitativo però, circoscrivere la sua vita soltanto al cinema, perché Carlo Pedersoli ha vissuto davvero un’esistenza straordinaria, non facendosi mancare proprio nulla: è stato un grandissimo sportivo (campione di nuoto, il primo italiano a nuotare sotto il minuto nei 100 metri stile libero, oltre a tre Olimpiadi), compositore (per la RCA), pugile, inventore (nel corso della vita deposita ben dodici brevetti, tra cui un bastone da passeggio con tavolino e sedia inclusi), pilota (ottiene la licenza d’aviazione e diventa pilota professionista, fondando inoltre una propria compagnia aerea, la Mistral Air), scrittore (due autobiografie e un volume “Mangio ergo sum”, dove racconta i suoi incubi dopo una dieta forzata e le sue conversazioni immaginarie su vari dilemmi con dodici filosofi dei secoli passati).

Il cinema, ovviamente, gli ha dato quella notorietà e quella popolarità che lo hanno fatto amare da intere generazioni: film di evasione, commedie, spaghetti-western, (con titoli come “Dio perdona...io no!”, “Lo chiamavano Trinità…”), ma anche incursioni nel cinema cosiddetto più impegnato, sotto la direzione di registi come Montaldo, Lizzani e Olmi. Proprio con Carlo Lizzani gira nel 1972, “Torino nera”, un film di genere poliziesco: ad interpretare suo figlio, l’attore Andrea Balestri (indimenticabile interprete del “Pinocchio” di Comencini), che ha rilasciato in esclusiva per noi, un suo ricordo affettuoso:

 

“Il primo giorno che vidi questo omone (lo incontrai prima delle riprese, ovviamente), mi girai verso mio padre e gli dissi: - Babbo, questo è più grande di un dinosauro, più grande di un orso! - Allora mio Babbo mi rispose: -No, ma stai tranquillo, che è buono!- Quando iniziammo a girare, quindi, mi accorsi da subito che era una persona dolce, nonostante la sua mole, che dava l’impressione di essere un omone duro, ma ricordo questo sguardo dolcissimo, tenero. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, non per molto, ma quel poco mi è bastato per farmi capire quale persona splendida fosse: di lui non posso che conservare un ricordo bellissimo!”