Della messa alla prova di adulti sottoposti a procedimenti penali per reati minori e della possibilità della sospensione dei processi in cambio di lavori di pubblica utilità ne aveva già parlato agli inizi del mese il consigliere Filippo Misserville. E il 2 settembre l’esponente di minoranza aveva indirizzato al presidente dell’assise Marco Corsi la proposta di delibera consiliare per l’approvazione della relativa convenzione con il Tribunale di Frosinone, un provvedimento da porre all’esame del Consiglio alla prima sessione utile, che ci sarà martedì prossimo.

Si vede, però, che l’istituto introdotto dalla Legge 67/2014 per il reinserimento sociale dei detenuti era già nelle corde dell’amministrazione del sindaco Roberto Caligiore che con un’apposita delibera di Giunta del 9 settembre ha dato il via al suo svolgimento in via sperimentale affidandone il coordinamento al Settore dei Servizi sociali. Con l’approvazione degli schemi di convenzione da stipulare con il Ministero della Giustizia, infatti, il Comune ha compiuto il primo passo per avere dai detenuti ammessi al programma di reinserimento prestazioni non retribuite rivolte alla collettività, a seconda della professionalità e delle attitudini lavorative degli individui in questione.

Il programma di trattamento sarà elaborato d’intesa con l’Ufficio di esecuzione penale esterna e comprenderà tutte le prescrizioni previste, che oltre a quelle relative alla stessa attività lavorativa riguardano la libertà di movimento, le condotte riparatorie e risarcitorie e l’eventuale mediazione con la persona offesa. La convenzione sarà annuale e il Comune consentirà a un massimo di quattro condannati ai lavori di pubblica utilità di eliminare le conseguenze derivanti dal proprio reato con attività che saranno svolte alla villa comunale e per la manutenzione del verde pubblico, oltre che con servizi di custodia a Castel Sindici e nel complesso sportivo di via Passo del Cardinale.

Le prestazioni dei diretti interessati, ai quali la messa alla prova è concessa una sola volta, avranno una durata minima di dieci giorni (anche non continuativi) e non superiore alle otto ore giornaliere; inoltre le modalità di esecuzione non dovranno pregiudicare le loro esigenze di lavoro, di studio, di famiglia e di salute. Così l’amministrazione Caligiore sfrutta l’importante novità introdotta nell’ordinamento penale con quello che già qualcuno addita come un paradosso tutto ceccanese: il sindaco-carabiniere che “assume” detenuti. Magari dopo averli arrestati.