Venerdì scorso Acea ha chiesto ufficialmente ai sindaci di tutti i comuni dell’Ato 5 di emettere un’apposita ordinanza per vietare l’uso improprio dell’acqua erogata dall’acquedotto pubblico. Una richiesta “che si è resa necessaria – si legge nella nota - perché, a causa dell’aumento repentino delle temperature atmosferiche, si sta verificando un incremento dei prelievi (…) che stanno comportando una certa difficoltà da parte del gestore a garantire la continuità dell’erogazione del servizio di approvvigionamento idropotabile agli utenti finali”.

Con tale decisione viene richiamata l’attenzione sull’articolo 2 della legge 46/1994, secondo cui l’uso della risorsa idrica è prioritario per il consumo umano e tutti gli altri sono ammessi solo in caso di adeguata disponibilità.

Vista l’attuale carenza e le disposizioni del gestore idrico, il sindaco Roberto Caligiore ha allora emesso il provvedimento con il quale fino al 15 ottobre non si potrà utilizzare l’acqua, anche se raccolta in apposite cisterne, per annaffiare orti, giardini, piazzali e vie private oltre che per lavare gli automezzi, e nei confronti dei trasgressori sarà applicata una sanzione pecuniaria che va dai 25 ai 500 euro.

L’intervento di sensibilizzazione all’utilizzo responsabile dell’acqua “potabile” contrasta, però, con quelli non altrettanto tempestivo rispetto alle rotture delle condotte sul territorio comunale: gli esempi più recenti sono le sei perdite lungo l’acquedotto in contrada La Valle e, nonostante le tante segnalazioni, ancora non si è provveduto a riparare i danni.

Ad aprile la società Acea ha respinto ogni responsabilità in merito allo stato di fatiscenza delle reti idriche, acquisite nel 2003 già in pessime condizioni e ha ricordato che il piano di investimenti 2016-2019 prevede più di venticinque milioni per la bonifica delle condutture e che è in corso l’affidamento di un maxi-appalto da cinquanta milioni per la manutenzione ordinaria e straordinaria in tutta la Ciociaria. Dopo la nota di Acea ecco, dunque, l’ordinanza del sindaco. Intanto, però, continua la dispersione dalle condotte.