Nessuna traccia del paziente fuggito domenica dalla Rems di Ceccano. Ieri, almeno fino a tarda sera, le ricerche dell'uomo non avevano dato esito. La battuta è andata avanti per tutta la notte e per l'intera giornata, ma del giovane nessuna traccia.

A cercarlo sono decine di carabinieri mobilitati dai colleghi di Ceccano e dal Comando provinciale dell'Arma che ha subito allertato le caserme di diversi comuni ciociari e della provincia di Latina.

Intanto cresce la preoccupazione tra i cittadini per la fuga dalla comunità terapeutica di via Marano di un paziente che si teme possa essere pericoloso, ma si confermano anche le riserve della Asl per il sistema che regola l'assegnazione dei pazienti alle Rems.

Il giovane G. E., un muratore albanese di 27 anni, era stato ricoverato nella struttura sabato scorso dopo un violento litigio con la madre. Nella casa di Itri dove risiede, aveva minacciato di dare fuoco alla donna cospargendola di benzina, contenuta in taniche che custodiva nell'armadio. Gesti ripetuti più di una volta contro sua madre che hanno indotto il Gip del Tribunale di Cassino a disporne il ricovero coatto nella Rems di Ceccano.

Qui è arrivato intorno a mezzogiorno di sabato accompagnato dai carabinieri. Poco dopo ha tentato di uscire ma è stato bloccato dalle guardie giurate non armate in servizio nella portineria. Il giovane ha quindi accettato di farsi somministrare un calmante e ha trascorso la notte tranquillo.

L'indomani, però, ci ha riprovato e stavolta ci è riuscito. Intorno alle 12.45, mentre gli altri pazienti si preparavano per il pranzo dominicale, l'uomo è riuscito a eludere la sorveglianza e a scavalcare le due recinzioni che circondano la struttura dandosi alla fuga. Da quel momento se ne sono perse le tracce. Al momento della clamorosa “evasione” dalla struttura inaugurata il 4 novembre scorso nei pressi dell'ex ospedale Santa Maria della Pietà indossava i pantaloni di una tuta un bomber nero.

L’allarme è scattato subito. Sul posto si sono precipitati i carabinieri di Ceccano che hanno immediatamente attivato le ricerche, dapprima concentrate nei dintorni della Rems, sulle principali strade di uscita dalla città e nelle stazioni ferroviarie più vicine. Ricerche estese poi anche nella zona di Itri e lungo il tragitto verso il paese aurunco.

Ma come è potuto accadere che un ricoverato sia fuggito così facilmente dalla Rems? «Questa è una comunità terapeutica in cui i pazienti si riabilitano in un ambiente sicuro, ma non è un carcere - precisa il responsabile della Asl per le Rems ciociare Fernando Ferrauti - Forse il giovane in questione non sarebbe dovuto venire qui da noi, forse sarebbe stato più opportuno mandarlo in carcere. Quando è arrivato era agitato, lo abbiamo sedato ma non potevamo fare altro. Probabilmente vanno riviste le procedure di ammissione dei pazienti. Per questo a livello nazionale è stato attivato un tavolo di studio del programma Rems. Il fatto è che oggi la parte sanitaria di queste particolari comunità terapeutiche funziona bene mentre quella che fa capo al Ministero della Giustizia mostra delle evidenti falle».

Il dottor Ferrauti spegne sul nascere ogni polemica sulla scarsa sicurezza della struttura: «La Rems non è un carcere ma un modello di assistenza sanitaria e noi non siamo guardie - ribadisce - Le misure di sicurezza sono tutte quelle previste dalla legge e non c’è pericolo per la popolazione. I cittadini stiano tranquilli: il giovane fuggito ha tutto l’interesse ad allontanarsi da Ceccano e sicuramente lo ha già fatto. E poi si tratta di un solo caso, finora l'unico. Ogni allarme è ingiustificato».