Il Pd compie otto anni. Il 14 ottobre del 2007 la Margherita e i Ds, all'epoca capeggiati da Marino Fardelli ed Ernesto Polselli, nella città di Cassino sciolsero i partiti per dare vita alla più grande forza del centrosinistra. Poche ore fa i Dem hanno dunque festeggiato il loro compleanno.

Ma non a Cassino. Il direttivo, che ironia della sorte è stato convocato nel circolo di piazza Marconi proprio il 14 ottobre, è stato infatti chiamato a discutere le dimissioni di Stefano Mosillo. Il segretario le ha messe sul tavolo in apertura di seduta. Ma in tanti lo hanno invitato a riflettere sulla scelta: commissariare il più grande e importante partito del centrosinistra a pochi mesi dalle elezioni potrebbe essere deleterio.

Ma Mosillo non accetta più di guidare un partito diviso in troppe correnti. Dove scorre veleno e dove l'unità è diventata solo quella della festa. La minoranza aventiniana di Armando Russo ha disertato ancora una volta la seduta, il trio Fontana-Lillo-D'Ambrosio non ha risparmiato severe critiche all'operato della segreteria.

"Con l'immobilismo del Pd sono resuscitati i cadaveri" ha tuonato il consigliere provinciale e comunale. L'imprenditore Fontana ha invece puntato l'indice contro i dirigenti provinciali del partito. A suo dire hanno voluto spaccare il partito per imporre le loro scelte. Ha quindi messo in guardia: "Mi auguro che il commissario non sia De Angelis o Migliorelli".

Ma per adesso il commissariamento è solo un rischio, non un dato di fatto. Mosillo difatti - dopo le esortazioni di Polselli, Fionda, Savelli e tanti altri militanti - ha deciso di prendersi qualche giorno per decidere se protocollare o meno la lettera di dimissioni. Un nuovo direttivo è convocato per la prossima settimana. In ogni caso non c'è nulla da festeggiare. L'unica cosa da spegnere sono le polemiche, altro che candeline.