Pochi minuti prima che scoccasse la mezzanotte di sabato sera, dal municipio fuoriescono lingue di fumo e fiamme.

L’amministrazione, con a capo il sindaco D’Alessandro, è riunita in un noto locale per festeggiare il compleanno del consigliere Langiano. In piazza Labriola impazza la movida. Ma all’improvviso arriva l’allarme. Da una finestra al piano terra del Comune di Cassino in piazza De Gasperi inizia a sprigionarsi un fumo sospettoso.

Il forte odore in pochi minuti fuga ogni dubbio: il palazzo sta bruciando. Scatta la chiamata al 115: i vigili del fuoco con abnegazione e professionalità in pochi minuti raggiungono la piazza e buttano giù la finestra del Comune dalla quale si vede l’incendio per domare le fiamme. Mentre i pompieri operano all’interno, fuori dal palazzo a sirene spiegate arrivano i carabinieri della Compagnia di Cassino.

Tutta la città si riversa sul posto per capire cosa stia accadendo nella “casa del popolo”. Intanto scatta la mezzanotte, partono dei misteriosi fuochi d’artificio: cosa si stesse festeggiando non è ben chiaro. Se quegli spari fossero in qualche modo legati alle fiamme che nel frattempo bruciano negli uffici dove sono depositate le carte Tosap, spetterà agli inquirenti appurarlo.

Dopo i carabinieri, guidati dal maggiore Silvio De Luca, giungono anche gli uomini del 113 agli ordini del vice questore Tocco, coordinati dal dottor Pittiglio. E, infine, arrivano anche loro: gli amministratori che stavano festeggiando e che, avvisati dai passanti, hanno abbandonato la festa e si sono precipitati in Comune.

Il primo a solcare la porta dell’edificio è stato l’assessore Benedetto Leone. Dietro di lui il sindaco D’Alessandro. Battono palmo a palmo tutte le stanze, soprattutto quelle del piano superiore: ma alla fine risulteranno bruciati solo i documenti in una delle sette stanze del corridoio del piano terra, quello alla destra dell’entrata.

I malintenzionati hanno sfondato una porta all’esterno dell’edificio e hanno percorso per intero quel corridoio: dall’ufficio tributi fino alla stanza della Tmp e della mensa scolastica. Hanno buttato a terra cinque porte su sette. Nella stanza gestita del dottor Casale, quella che si occupa delle autorizzazioni per il suolo pubblico, i malviventi prima hanno scaricato gli estintori interni e poi hanno dato fuoco a tutto l’armadio contenente i documenti.

“C’erano stanze con documenti ben più scottanti, si tratta solo di una ragazzata - il commento a caldo di qualche amministratore che prova così a gettare acqua sul fuoco delle polemiche e del nervosismo”.

E poi, quando ormai è notte fonda e la piazza è quasi sgombera da cittadini e curiosi, fuori restano solo gli amministratori e le Forze dell’Ordine. La tensione si taglia con il coltello: si teme possa essere un avvertimento in piena regola. Mentre gli amministratori si interrogano sui “mandanti”, gli inquirenti, avendo acclarato l’incendio di origine dolosa, vanno a caccia di prove per incastrare gli autori.

I Carabinieri, che indagano, lavorano tutta la notte insieme alla scientifica. Le speranze sono riposte nelle telecamere di videosorveglianza della banca alle spalle del Municipio.

La domenica scorre via avvolta da un rumoroso silenzio, oggi inizia una nuova era. E si teme la rivoluzione d’ottobre.