Nessuna perizia per uno dei due indagati nell’inchiesta sui presunti brogli elettorali. I legali di Vincenzo Nacca, presidente della sezione 30, che da qualche giorno ha ricevuto la notifica dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato, fanno sapere che il loro assistito non si sottoporrà oggi alla consulenza d’ufficio relativa proprio al saggio grafico presso la caserma dei Carabinieri di via Sferracavalli.

Perizia a cui si è invece già sottoposta l’altra indagata, la segretaria della medesima sezione, più i quattro scrutatori (non indagati) sempre del “seggio che scotta”. Accertamenti utili ai fini della comparazione: da una parte ci sono le schede “contraffatte” e le “firme” a verbale, dall’altra le grafie dei soggetti che - a vario titolo - hanno effettuato il riscontro.

La ricostruzione

Tutto nasce dalla richiesta dei legali di Nacca, gli avvocati Benedetto Valerio e Antonio Rauzzino, di avere un proprio perito di fiducia - per l’esame stabilito dai magistrati - nella persona della dottoressa Silvana Iuliano. Con un apposito provvedimento, il sostituto procuratore, Roberto Bulgarini Nomi, aveva accolto la richiesta di differimento dell’adempimento originariamente fissato per il giorno 11, autorizzando la presenza della consulente indicata dai difensori.

Ma nel corpo dell’autorizzazione, secondo i legali, venivano stabilite «limitazioni a tale presenza e veniva espressamente sancita l’impossibilità per la stessa di interloquire non solo con il consulente di ufficio ma anche con il proprio assistito nel corso delle operazioni» unitamente alla impossibilità di mettere a verbale qualsivoglia osservazione di natura tecnica e non. Così i due avvocati, ieri intorno all’una, hanno presentato l’istanza in cui comunicano che il loro assistito non si renderà disponibile alle operazioni di svolgimento della consulenza d’ufficio, la perizia grafica, notificatagli il 6 ottobre scorso, dalla stessa procura. Per gli avvocati, il provvedimento, pur apparendo di salvaguardia ai diritti e prerogative del diritto di difesa, riconosciuto dalla legge all’indagato, in sostanza invece «ne comprime completamente il libero apporto conoscitivo al procedimento».

Spiegano in sostanza i legali Valerio e Rauzzino: «Premesso che siamo coscienti che si può non ammettere alcun perito all’espletamento di un accertamento tecnico, diciamo anche che una volta che la procura ha ammesso la nostra consulente, deve essere garantito il minimo diritto di difesa. Aggiungiamo che nel momento in cui dovessero essere rimosse le limitazioni saremo prontissimi a partecipare alla perizia tecnica, perché noi non ci vogliamo certo sottrarre».

Nessuna risposta, ancora, all’istanza presentata ieri dai due avvocati. Per ora, nelle mani degli inquirenti, ci sono le perizie effettuate sulla segretaria del seggio 30, la prima a varcare la soglia della caserma di via Sferracavalli e quelle dei quattro scrutatori.

Le verifiche

Continuano, sempre nella caserma di via Sferracavalli, le verifiche sulle schede degli altri 32 seggi al voto il 5 giugno. Particolare attenzione, in questo momento, alla sezione 25 dove sarebbero state “denunciate” anomalie mentre si scava per isolare le altre schede destinate al candidato consigliere non eletto e i verbali dove compare la firma per “persona conosciuta”.