Sono chilometri di ferrovie dismesse o, nella migliore delle ipotesi, scarsamente utilizzate. Da oggi hanno avranno una nuova dignità e potranno essere utilizzate come volàno di rilancio per un turismo alternativo, dai tratti a volte romantici, alla scoperta di angoli poco conosciuti dell'Italia.

È stata infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 128 del 9 agosto 2017 sulle Ferrovie Turistiche al termine di un percorso legislativo durato più di un anno. La legge ha come finalità la salvaguardia e la valorizzazione delle tratte ferroviarie di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, che comprendono i tracciati ferroviari, le stazioni e le relative opere d'arte e pertinenze, e dei mezzi rotabili storici e turistici abilitati a percorrerle, nonché la disciplina dell'utilizzo dei ferrocicli.

L'Italia possiede migliaia di chilometri di ferrovie poco utilizzate o addirittura abbandonate, che, se adeguatamente risistemate e gestite, potrebbero essere formidabili opportunità e risorse per un turismo lento e sostenibile. I contesti in cui scorrono i binari sono infatti spesso splendidi: dalle campagne toscane alle montagne sarde, passando per i laghi prealpini, gli Appennini, le colline laziali, la Sicilia, sono moltissimi gli esempi in tutto il Paese.

Nel merito il provvedimento legislativo si compone di 11 articoli. Nell'articolo 2 si demanda a un successivo decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, «l'individuazione e la classificazione come tratte ferroviarie a uso turistico le tratte, dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico», ma già si citano quali sono le linee interessate.

Un elenco di diciotto ferrovie, cui possono aggiungersene altre in futuro, tra le quali, però non c'è la Roccasecca - Sora - Avezzano recentemente oggetto di iniziative di rievocazioni storiche e di iniziative finalizzate avalorizzarne l'aspetto turistico sotto vari aspetti: naturalistico, enogastronomico e culturale.

Tra le 18 tratte fino ad ora inserite nella speciale lista ci sono: Sulmona - Castel di Sangro (Abruzzo), Cosenza - San Giovanni in Fiore (Calabria), Avellino - Lioni - Rocchetta Sant'Antonio (Campania), Sacile - Gemona (Friuli Venezia Giulia), Palazzolo - Paratico (Lombardia), Castel di Sangro - Carpinone (Abruzzo/Molise), Ceva - Ormea (Piemonte), Mandas - Arbatax (Sardegna), Isili - Sorgono (Sardegna), Sassari - Palau Marina (Sardegna), Macomer - Bosa (Sardegna), Alcantara - Randazzo (Sicilia), Castelvetrano - Porto Palo di Menfi (Sicilia), Agrigento Bassa - Porto Empedocle (Sicilia), Noto - Pachino (Sicilia), Asciano - Monte Antico (Toscana), Civitavecchia - Capranica - Orte (Lazio), Fano - Urbino (Marche).

Nella nuova legge si specifica che nella gestione dei tratti di ferrovia interessati possono essere coinvolte associazioni e organizzazioni di volontariato operanti nei settori ferroviario, turistico, culturale e ambientale, come già peraltro succede spesso per molte delle linee individuate. E il testo normativo prevede anche la possibilità, evitando ovviamente ogni forma di promiscuità con la circolazione dei treni, che, sulle linee ferroviarie dismesse o sospese, possano circolare i cosiddetti ferrocicli, vale a dire veicoli a pedalata naturale o assistita su rotaia (il velorail italiano).

Tra gli obiettivi del testo, la tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico che rende uniche queste linee, dalle stazioni ai magazzini, dal paesaggio ai convogli stessi perché «potrebbero così tornare a viaggiare dei mezzi storici che rappresentano un patrimonio enorme e che in molti casi erano stati abbandonati al loro destino» ha spiegato Maria Iacono, relatrice della legge. Tantissimi i chilometri di ferrovia che potrebbero ancora essere coinvolti tant'è che «nel testo abbiamo indicato 18 linee che potranno essere integrate con decreto del Mibact» ha conluso Iacono.