La disoccupazione cresce e ai ciociari non resta molto da fare. La scelta è ristretta a due alternative: emigrare in cerca di fortuna in altre province o all'estero, come fanno i più giovani e chi vuole rimettersi in discussione, o tornare nei campi. E il boom degli occupati in agricoltura (più 52%, il massimo del Lazio) indica proprio questa tendenza.

Lo studio

Da un'indagine condotta dalla Camera di Commercio di Latina ("L'economia reale dal punto di osservazione delle Camere di commercio") emerge che i ciociari hanno deciso di riprendere la vanga in mano e si sono messi a coltivare i campi. Quegli stessi campi che i nonni avevano abbandonato ai tempi dell'industrializzazione del territorio. Ora che, da anni, stiamo assistendo al fenomeno inverso, quello della deindustrializzazione, in tanti hanno scelto la strada dei nonni. E dunque lavorare la terra.

Del resto la Ciociaria è famosa per alcune sue produzioni come il Cesanese e il Cabernet, la mozzarella di bufala, il peperone di Pontecorvo, i tartufi di Campoli Appennino, il fagiolo cannellino di Atina, il formaggio di Picinisco, la steccata di Morolo, solo per citare alcuni prodotti che hanno varcato le soglie del territorio provinciale per essere apprezzati nel resto del Paese e all'estero. E allora perché non provarci, magari contando sull'estero dove il made in Italy è sempre apprezzato, anche nei nuovi mercati.

I numeri

Scorrendo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Latina, il grosso degli occupati di Frosinone è dato dai 73.873 degli altri servizi, pur in diminuzione del 4,5%. A livello regionale la crescita più consistente è il 7,9% di Viterbo. Ma in termini percentuali la crescita esponenziale arriva dal mondo dell'agricoltura il più 52,6% della Ciociaria (con 2.746 addetti) è la cifra migliore del Lazio, superiore alla media regionale (16,4%) e nazionale (4,9%). In valori assoluti la provincia leader, però, si conferma Latina con 20.886 occupati, in crescita del 26,7%. Va detto, peraltro, che i poco meno di tremila occupati di Frosinone sono il dato più basso del Lazio. Pertanto le prospettive di crescita potrebbero essere ancora maggiori.

Il resto dell'economia

Negli altri settori il Frusinate presenta 32.118 occupati nell'industria, in calo però del5%. In questo caso, restando in ambito regionale, l'industria avanza solo a Latina (19,6%) e Rieti (6,9%). Drammatico il caso di Viterbo che perde il 13,5% degli occupati. Nelle costruzioni, la Ciociaria rimane stabile con 16.827 addetti, secondo dato del Lazio dopo Roma. In questo caso i lavoratori crescono a Latina (9,2%) e Rieti (8,9%)e crollano ancora una volta a Viterbo (-13,3%). Sono 36.317 gli impiegati nel settore commercio, alberghi e ristorazione in Ciociaria, in lieve crescita dell'1,3% nel periodo 2015/2016. Roma con il 7,8% traina la crescita, mentre, fatta eccezione per Rieti (0,6%), le rimanenti province sono in debito, con il picco del meno 11,5% di Viterbo.

Il totale

A livello totale Frosinone ha 161.881 occupati che, però, scendono del 2,3%, dato peggiore di tutta la regione, anche di Viterbo, che si ferma al -1,8%. Latina cresce del 2,6% e sfonda il muro dei duecentomila addetti, mentre a Rieti si cresce del 2,2%. Il trend del Lazio è simile a quello italiano, 1,2% contro 1,3%. La perdita significativa di mano d'opera per il Frusinate è data esclusivamente dagli uomini. Tra i maschi la contrazione di lavoratori è di quattromila unità, per un meno 4,5%. Al contrario, le donne passano da 63.840 a 64.476 con un più 1%.

I dati positivi

Qualche segno positivo eppure si intravede. Grazie all'accelerazione delle province di Latina (1,32) e Frosinone (1,28) il tasso di crescita delle imprese è positivo. Si tratta del tasso più alto dal 2013. A Frosinone le imprese registrate sono di poco superiori alle 47.000 con un saldo di 600 unità. Analogo trend non si riscontra tra le imprese artigiane: la Ciociaria fa registrare un meno 2,18. Le imprese attive nel Frusinate sono scese sotto quota 9.000, frutto delle 520 iscrizioni a fronte delle 719 cessazioni. In attivo anche il tasso di crescita delle imprese femminili con l'1,04 e 13.334 società registrate con un saldo attivo di 137 unità.