«Quello che mi è accaduto nei giorni scorsi ha davvero dell’incredibile», inizia così la lettera aperta di Massimo De Santis di Fiuggi, gravemente malato, e licenziato come dipendente dello stabilimento di imbottigliamento. Una lettera aperta-denuncia la sua.

«Voglio raccontarlo pubblicamente. Sono dipendente dello stabilimento d’imbottigliamento di Fiuggi da oltre 30 anni e da quando è stato ripreso dalla Acqua & Terme Fiuggi sono iniziati i problemi per me che sono gravemente malato. Infatti, prima la società mi ha proposto di andarmene, ma io non ho accettato. Allora, dopo avermi messo forzatamente in ferie la società, a fine luglio, ha avviato una procedura per licenziarmi, sul presupposto che non aveva più ove collocarmi. La mia posizione, però, non è stata eliminata, ma assegnata ad altri. Il mio legale ha contestato nelle dovute maniere tale procedura, contestandone la nullità, evidenziandone la portata discriminatoria, in considerazione del mio stato di salute.

La Direzione territoriale del lavoro di Frosinone, lo scorso 8 agosto, ha convocato le parti per tentare un accordo, ma i responsabili della società, presenti all’incontro, mentre si discuteva dall’altro licenziamento da loro stessi attivato pochi giorni prima, hanno tirato fuori, a sorpresa, una lettera che mi hanno consegnato al cospetto della Commissione, ritenendo risolto il rapporto per una ragione diversa da quella per cui era stato fissato l’incontro presso la Direzione del lavoro di Frosinone, ossia per asserito superamento del periodo di comporto, cioè del periodo di conservazione del posto di lavoro previsto per le persone malate.

In altri termini, tale società a fronte delle mie contestazioni ha rinunciato alla precedente procedura di licenziamento, inizialmente basata sull’asserita impossibilità di utilizzarmi e mi ha, invece, licenziato su un presupposto diverso, quello del presunto superamento del comporto. Questo, nonostante, in realtà, non avessi superato alcun comporto ed avessi, invece, pieno diritto alla conservazione del posto di lavoro ancora per molto tempo, in ragione della mia grave malattia.

La cosa ancor più grave che la società non solo non mi aveva mai avvertito che stavo superando il periodo di conservazione del posto,ma anzi aveva sempre detto il contrario, rassicurando me e la mia famiglia sul fatto che avessi ancora molti giorni a disposizione prima che tale comporto maturasse. Inoltre, consegnandomi la lettera di licenziamento nel corso della seduta prevista per la diversa procedura di licenziamento attivata giorni prima, la società ha voluto impedirmi l’esercizio di tutta una serie di prerogative previste dalla legge, tra cui la possibilità prevista espressamente per i malati gravi di richiedere un periodo di aspettativa ed ulteriori permessi per le terapie oncologiche del caso».

Lo sfogo

«Mi chiedo - prosegue - se tutto questo accanimento sia giusto e lecito e se è corretto accanirsi in tal modo nei confronti di una persona come me, tanto malata. E bisognosa di cure molto costose. Ovviamente, mi rivolgerò subito alle competenti autorità, cui chiederò di verificare se siano stati commessi abusi da parte di una tale società, finanziata dai cittadini di Fiuggi (il Comune è socio di maggioranza) ed amministrata da soggetti scelti proprio dagli attuali amministratori comunali. Peraltro, in questa occasione, facendo un controllo alla Camera di Commercio, mi sono accorto che il Comune di Fiuggi non è più socio unico di tale società, oggi partecipata anche da alcuni privati con quote minime e non mi pare che abbiano attivato una procedura di evidenza pubblica. Così non essendo stata data a tutti i cittadini di Fiuggi – anche a quelli di un diverso colore politico - la possibilità di partecipare tale società».