«Ho sentito il dovere di candidarmi per due ordini di ragioni: la prima è la forma di gratitudine e di rispetto nei confronti della mia città, che ha mi ha consentito di svolgere una brillante carriera politica; la seconda è che Alatri ha bisogno di una guida seria, esperta e onesta», sono state le prime parole di Iannarilli nell'annunciare il suo ritorno sulla scena alatrense. Un ritorno che non lo spaventa affatto. «Sono consapevole delle difficoltà economiche dell'ente comunale e, infatti, sappiamo che c'è una forte criticità finanziaria di svariati milioni di euro, ma la politica è passione». «La farò porta a porta, strada per strada e non ho paura della presenza di tanti candidati: vuol dire che molti si stanno rimettendo a fare politica». Iannarilli non nasconde che gli ultimi avvenimenti, nell'area del centro-destra, abbiano accelerato la sua candidatura e si rivolge alla componente che sostiene Enrico Pavia definendola come un “gruppo di fuoriusciti”. L'assunto è che «Noi, in Fi, siamo stati corretti, gli altri no. Non ho niente contro l'avvocato Pavia, lo conosco e lo stimo professionalmente, ma il suo modo di agire non è stato lineare. Le primarie? Valuteremo, ma la vedo difficile. Non sono mai state contemplate dal partito e non ci possono essere imposte da chi fa la politica ad intermittenza, come le luci del Natale». I suoi temi? «Il risanamento delle casse comunali, grazie a risorse comunitarie. Avviare delle battaglie contro Acea e sulla Cosap”. Ad appoggiare Iannarilli ci saranno Fi, la civica “Rialzati Alatri”, una seconda lista “Iannarilli sindaco”, Fratelli d'Italia, forse “Noi con Salvini” e una possibile quinta formazione.