Si (ri)parte da zero, è chiaro, ma occorre tenere conto del risultato del 5 giugno scorso: Morini, il sindaco uscente, arriva a questo confronto dopo aver ottenuto 5.526 preferenze pari al 31,17%, mentre Pavia, lo sfidante, ha raccolto 4.486 consensi pari al 25,3%. E gli ultimi fuochi elettorali, hanno riconsegnato alla città quelli che sono stati i leitmotiv di una campagna lunga ma intensa solo a tratti: da una parte, Morini che punta diretto sulla continuità, che esalta quanto fatto negli ultimi cinque anni e che chiede una conferma per “Far crescere Alatri”; dall'altra, Pavia che domanda deciso un segnale di discontinuità, che elenca le carenze avversarie e che garantisce “Tutto l'impegno per invertire la rotta”. Va detto anche che non sono mancate le “scintille” nelle ore finali, cioè al momento della chiusura della campagna elettorale, quando le due parti si sono accusate a vicenda, in maniera pure dura, sui possibili effetti – positivi e negativi – che la città potrebbe conoscere in caso di vittoria personale o dell'avversario. Normali schermaglie. Insomma, per dirla in breve, siamo di fronte a posizioni contrastanti che si riflettono anche negli schieramenti che appoggiano i due sfidanti: Morini, vicino alle posizioni dell'assessore regionale Buschini, è sostenuto da Pd, Psi e da quattro liste civiche – “Alatri Unita”, “Sanità nel cuore”, “Alleanza per Alatri”, “Progetto Alatri” –, l'ultima delle quali fa riferimento al presidente del consiglio comunale uscente, Fausto Lisi, un tempo vicino all'area di centro-destra; Pavia, già assessore all'ambiente nel periodo della consiliatura Magliocca, è l'espressione di un accordo civico (suo lo slogan “Liberi dai partiti, liberi di governare”, ndc) che è riuscito a trovare la sintesi tra realtà diverse, ossia ex pezzi di centro-destra – rintracciabili in “Noi per Alatri”, “Patto per Alatri” e “Alatri nostra” – e la storica lista civica “Programma Alatri” (con la filiazione “Insieme si può”), posizionata di solito nel centro-sinistra. E va da sé che la vittoria dell'uno o dell'altro aprirà la strada, dopo lo scrutinio delle schede, a nuovi scenari politico-amministrativi con ripercussioni anche su scala più grande di quella locale. Prima del voto, nessuno dei due contendenti ha ufficializzato quale potrebbe essere la futura, possibile “squadra” di governo: in maniera prudente, è stato deciso di attendere la conclusione delle elezioni per avviare le consultazioni interne e annunciare le giunte; sappiamo solo, ma non è una novità, che in caso di vittoria di Pavia, il vicesindaco sarà Ida Minnocci. Ci sono, dunque, due visioni differenti e contrapposte tra di loro che si fronteggiano e che gli elettori ritroveranno oggi sulle schede di color azzurro. Sarà una notte lunga per molti e stavolta non c'è un'altra possibilità.