Ed è per questo motivo che la stessa dirigenza, di ritorno da un recente viaggio in un Giappone, potrebbe decidere di prendere la parola dopo le dichiarazioni di Tarcisio Tarquini e le successive reazioni, spiegando cosa sta accadendo. Per il momento solo poche battute a disposizione: il responsabile delle risorse umane e degli affari generali, il dottor Sandro Arcese, ha invitato alla prudenza nel trattare la questione «Per evitare falsi allarmismi nella forza lavoro». Frase che evidenzia come la notizia dell’eventuale trasferimento della Omron abbia generato delle domande in seno agli operai e agli impiegati, desiderosi di sapere se l'azienda rimarrà o meno nel territorio alatrense. Domande che, ora, si pone anche tutta la città, in quanto la Omron è uno degli ultimi presidi industriali presenti in città e la cui partenza rappresenterebbe un ulteriore impoverimento del tessuto economico. L'impressione generale che se ne ricava è che quanto diffuso nei giorni scorsi abbia portato alla luce un tema e una contrattazione che, almeno in questa fase, forse dovevano rimanere riservati secondo una parte dell'azienda, in ragione anche della comprensibile delicatezza di tutta la vicenda. Che ci sia comunque qualcosa in atto lo ha confermato, tre giorni fa, la stessa amministrazione comunale, investita della questione, che ha detto la propria in modo chiaro: «È in corso una trattativa tra Omron e Bitron, proprietaria dei capannoni, per estendere il contratto in affitto (in scadenza a fine anno). Secondo l'esito di questa trattativa, i tempi a disposizione e i relativi costi faranno propendere per la costruzione di un nuovo sito ad Alatri, oppure optare su una struttura esistente nelle vicinanze». Anche i sindacati, poi, sarebbero pronti a dire la loro sul caso. Infine, Tarquini è voluto tornare molto brevemente sul discorso: «Per chiudere il dibattito, basterebbe una semplice ed esplicita dichiarazione dell'azienda, che afferma il proposito di restare ad Alatri».