Il marchio di Chanel sull’hashish, quello di un toro per la cocaina. Un modo per individuare la provenienza dello stupefacente destinato ad alimentare il mercato dello spaccio di Frosinone, ma anche di Napoli. Anzi, la Ciociaria era stata scelta come deposito per la droga che poi finiva nelle principali piazze dello spaccio in Italia come Scampia e Secondigliano.

Assumono dunque una valenza significativa e preoccupante al tempo stesso i sequestri di trenta chili di hashish, undici di cocaina e di 30.000 euro in contanti nonché gli arresti di sei persone, tra i quali un ceccanese, un salvadoregno e quattro napoletani.

Sono i dettagli di un’operazione congiunta condotta da carabinieri e polizia di Frosinone lunedì sera. Agenti e militari dell’Arma hanno fermato tre veicoli, due (uno carico di droga e l’altro di staffetta) con a bordo i partenopei e l’altro a Ceccano.

Secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Rita Caracuzzo e condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Frosinone e della compagnia di Cassino unitamente alla squadra mobile, al commissariato di Cassino e alla sottosezione A1 della polizia stradale del capoluogo, i campani erano appena ripartiti dopo aver acquistato un carico di venti chili di hashish.

La droga, contenuta in un sacco nero,e divisa in venti panetti, era nel bagagliaio dell’auto. Lo stesso tipo di stupefacente è stato poi ritrovato in un casolare abbandonato, privo anche della corrente elettrica, nelle campagne di Arnara. Lì c’erano altri dieci chili di hashish e undici di cocaina. In più sono stati sequestrati 30.000 euro in contanti, ritenuti il controvalore della droga rinvenuta nell’auto dei napoletani, in un appartamento di Ceccano.

Così sono scattate le manette ai polsi del napoletano Vincenzo Nambuletto, 55 anni, formalmente residente in un albergo in provincia di Napoli, che si muoveva tra la Ciociaria e la Campania, e Felice Lucchetti, 45 anni, di Ceccano, accusati di avere la disponibilità del casolare con la droga e dell’appartamento con i soldi. Arrestati, con l’ausilio della polstrada, anche i quattro napoletani fermati nei pressi dell’autostrada proprio mentre stavano per ripartire alla volta di Napoli.

Si tratta di Rosario Pinto, 38 anni, Gio- vanni Sgura, 65, nato a San Vito dei Normanni, Maurizio Grieco, 36, e di Marco Antonio Henri- quez, 32, originario di El Salvador. Sono in corso accertamenti per risalire alla provenienza dello stupefacente, destinato per gran parte a Napoli, ma per il resto al mercato di Frosinone, Cassino e Sud della provincia. Non sono stati adottati provvedimenti restrittivi nei riguardi dei proprietari della casa di Arnara, che risultano denunciati per concorso.

Visto l’ingente quantitativo di droga e l’altrettanto cospicuo guadagno, gli investigatori ipotizzano che l’“affare” non sarà facilmente abbandonato e che altri depositi potrebbero esser utilizzati per sostituire quello appena smantellato, sulla falsariga di quanto accertato nel corso dell’altra grande operazione antidroga degli ultimi tempi, quella degli Intoccabili. I sei arrestati sono stati condotti nel carcere di Frosinone.

Seicentomila euro di hashish e due milioni di euro di cocaina. A tanto ammonta il valore sul mercato dello stupefacente sequestrato da polizia e carabinieri. C’è soddisfazione, in prefettura, dove le forze dell’ordine hanno illustrato l’inchiesta. Per il dirigente della squadra mobile Carlo Bianchi «il punto più importante è la provenienza degli acquirenti bloccati in procinto di riprendere l’autostrada, partenopei che risiedono nei quartieri più famigerati per spaccio. È preoccupante che Frosinone sia crocevia delle principali piazze di spaccio d’Europa come Scampia e Secondigliano».

Il maggiore Silvio De Luca, della compagnia dei carabinieri di Cassino, ha invece voluto sottolineare il «risultato di ottimo livello», passando poi per i dettagli la parola al comandante del Nucleo investigativo dell’Arma, capitano Antonio Lombardi. «Frosinone è un piazza di spaccia e snodo molto importante che si proietta anche su altre province - ha detto il capitano - Il grande quantitativo è sintomatico della portata del traffico e dell’attività di spaccio. Abbiamo preso coscienza nel tempo di questo sistema. Non è un caso che sia stato adottato il sistema di spaccio delle vele di Napoli con gli Intoccabili, non è un caso il recupero di un ingente quantitativo di cocaina e hashish, non è un caso che gli arrestati vengano da Napoli».

Il dirigente del commissariato di Cassino, il vice questore Alessandro Tocco ha confermato: «Le indagini continueranno», sottolineando la «grande disponibilità economica a comprare trenta chili di hashish e undici di cocaina». Tocco e Bianchi hanno provato a fare due conti in tasca ai trafficanti: un chilo di hashish può rendere da 100 a 200.00 euro, mentre la cocaina, acquistata al dettaglio per 90.000 euro, può valere due milioni di euro e, con il taglio, perfino il doppio. Bianchi ha parlato anche di «un insospettabile locale di Arnara», utilizzato come base.

Un business milionario

Ora si tratterà di seguire le vie percorse dalla droga. «Ci saranno ulteriori approfondimenti per risalire ai fornitori», ha confermato Bianchi. Mentre sulla destinazione il maggiore De Luca ha ribadito che «una parte dello stupefacente intercettato era destinata ad alimentare le piazze dello spaccio locale di Frosinone e del Basso Lazio».

Ma è caccia anche alla presenza di altri depositi. La guardia resta alta. Gli affari rendevano guadagni cospicui, logico pensare a una possibile riorganizzazione con l’uso di canali alternativi. Come dimostrano le precedenti operazioni, ricordate dal capo di gabinetto della questura, il vice questore Cristina Rapetti: «a luglio 36 ordinanze di custodia cautelare e 50 indagati per associazione a delinquere; a maggio otto albanesi arrestati per spaccio; a marzo smantellata con quattro arresti una casa dello spaccio in via Bellini».