Il Bridge di Latina si laurea e passa direttamente nelle aule universitarie. L'altra mattina nella classe del corso di Analisi, della Sapienza di Latina, davanti a più di cento studenti dei tre corsi di ingegneria, informatica, civile ambientale e civile meccanica, si è presentato un nuovo insegnante che con grafici e sistemi ha parlato agli attenti e potenziali allievi di questo sport, di probabilità, strategie, percentuali, contratti vincenti, perdenti e via di seguito. Bernardo Biondo, noto giocatore, campione a livello internazionale di Bridge e ottimo Maestro, ha stimolato l'attenzione e la curiosità dei ragazzi su come potrebbe essere un gioco di bridge, con domande dirette su simulazioni di gioco.  Come si fanno più prese? Tra l'impossibile e l'incerto, chiedeva, qual è l'atteggiamento migliore?
Molti di loro sicuramente per la prima volta sentivano termini di questo gioco. Dopo un breve saluto del Presidente del Comitato Regionale Lazio, Gabriele Tanini, venuto apposta da Roma insieme alla consigliera Emanuela Pramotton per assistere e supportare l'iniziativa a livello regionale, subito sono partiti la simulazione e il ragionamento. Perché questo è il bridge: ragionamento.  I due, Tanini e Biondo, qualche settimana fa hanno partecipato a una trasmissione televisiva insieme al sottosegretario del Miur, Vito De Filippo, per allargare ancor di più alle giovani menti questo meraviglioso esercizio di abilità logica.

Molte sono le scuole in Italia, superiori e università, che hanno già aperto a questo percorso sportivo. E tanti i successi registrati. L'intento è di avviare i giovani al gioco degli scacchi e del bridge. Il fisico pontino Roberto Miccolitti dell'Associazione LPB, insieme a Mirko Spagnolo, ci hanno provato a organizzare questo incontro e ci sono riusciti. Walter Vigna e Andrea Fiore, maestri dell'Abl, l'altra Associazione del Circolo Cittadino, hanno puntato da qualche anno sulle scuole superiori. E anche lì un grandissimo successo di adesioni. E medaglie. Si punta molto sui ragazzi, perché per loro, ma è così con tutti, essendo il gioco uno sport di squadra, risulta essere uno straordinario momento formativo.  Il Bridge supporta molto la ricerca della costruzione dell'identità personale, perchè il continuo confronto permette di acquisire una serie di sicurezze comportamentali.

Attraverso le sue regole, simula la necessità di dialogo e di comunicazione, fattori importanti per insegnare a costruire rapporti interpersonali validi e duraturi nella vita quotidiana, escludendo l'ansia di prestazione. Nell'ultima intervista la Professoressa Montalcini, volle lasciare un testamento importante ai giovani "Ritengo – disse - che sia dannoso per lo studioso rinchiudersi nella propria torre d'avorio tra provette e microscopi, senza stabilire rapporti con gli altri. Ed è un'esigenza dello spirito quella di comunicare i nostri dubbi, le certezze e le vittorie...": ecco, il bridge è l'ambiente ideale per uscire proprio da quella torre d'avorio.