Si è alzato il sipario sul XXIII Festival Internazionale Severino Gazzelloni ed è subito un successo per "I Musicisti della Terra di Severino".

Domenica e lunedì, nelle Chiese di S. M. Assunta a Roccasecca scalo e di S. M. delle Grazie a Roccasecca Borgo Caprile, i Giovani Talenti di Roccasecca hanno incantato l'attento e numeroso pubblico presente regalando pagine musicali tratte da un repertorio complesso ed articolato, dimostrando una maturità di interpretazione di notevole livello. Angelo Patamia al Flauto, Diego Alfonso al Pianoforte hanno interpretato magistralmente l'Ouverture e Suite in Sim di J.S.Bach che vede il flauto come protagonista assoluto quasi ad anticipare i futuri concerti dedicati a questo strumento. Il duo ha reso con grande eleganza la ricchezza melodica della Ouverture. Flauto e pianoforte hanno reso ipnotica l'esecuzione del Rondeau passando per momenti di intimo camerismo nella Sarabande e Bourrées per terminare con una gioiosa Badinerie. Il dialogo tra i due strumenti è stato sempre permeato di grande bilanciamento nel dialogo musicale in cui il fraseggio sempre curato ha anticipato le capacità virtuosistiche di Angelo Patamia. Il giovane flautista ha infatti mantenuto le anticipazioni espresse in Bach in due brani complessi da dominare ovvero la Fantasie Brillante su Carmen di F. Borne e la "Csàrdàs" di V. Monti. Nella Fantaisie abbiamo ascoltato tutta l'agilità possibile sul flauto che viene percorso per la sua intera estensione e la bravura di Angelo Patamia è stata quella di aver dato unità musicale ad un brano ricco di variazioni estremamente complesse dal punto di vista tecnico.

Nella parte centrale del concerto la pianista Melissa Rossini ha incantato il pubblico con il "Notturno op.55 n°2" di F. Chopin, e le "Novellette n°2 e n°3 di F.Poulenc, dimostrando, in particolar modo con quest'ultimo brano, una preziosa sensibilità ed equilibrio esecutivo di rara bellezza. Sono brani presenti nei repertori dei maggiori concertisti e la giovane Melissa Rossini ha potuto esprimere le sue doti di grande pulizia tecnica e di intelligente capacità nel modulare timbricamente i brani proposti. La grazia musicale e la convincente forza interpretativa sono state gratificate dal lungo applauso del pubblico

In Duo con lo straordinario talentuoso clarinettista Luca Mignogni, nell'esecuzione del Concerto n°2 in Mi bemolle op.74 di C.M.Von Weber, Melissa ha dato prova di quanto le sue capacità interpretative siano versatili, delineando una tecnica pianistica ferma ed incisiva. La magia del clarinettista Luca Mignogni, appena diciottenne, ha carpito l'attenzione del pubblico. Se durante l'esecuzione di questo temuto concerto per clarinetto qualcuno avesse avuto l'idea di chiudere gli occhi non avrebbe mai immaginato che l'esecuzione, ma meglio parlare di interpretazione, era affidata ad un giovanissimo musicista. La capacità dinamiche espresse dal giovane Luca sono state innumerevoli, così come la spinta musicale di cui il nostro clarinettista ha dato prova. Impossibile perdere il filo di questa interpretazione tanto alto il livello di coinvolgimento tra il clarinetto ed il suo interprete. E' stata una esecuzione dotata di lirismo e di slanci virtuosistici, di dialogo cameristico col pianoforte che ben ha saputo bilanciare la sua presenza con un solista e virtuoso già molto maturo. Il finale del concerto è stato affidato ad un bis per clarinetto solo ed alla Czardas per flauto e pianoforte, esecuzioni a cui il pubblico ha voluto donare lunghi applausi ed ovazioni meritatissime.

Il Festival ha proposto nel suo secondo evento dedicato ai Musicisti della Terra di Severino ancora dei giovani interpreti ovvero Massimiliano Testa alla chitarra e Luca Mignoni e Gesualdo Coggi al clarinetto. Bisogna chiamarli interpreti poiché l'abilità di questi musicisti è stata tale da rendere unico un programma molto vario e complesso. Considerando i brani chitarristici che partono dal Etude n 8 di Villa-Lobos dal carattere melanconico e sincopato in cui il giovane Masimiliano Testa ha saputo ben unire caratteri così lontani come il carattere della musica degli Indios con i ritmi dello schottish grazie ad una padronanza tecnica brillante fino ad arrivare al celebre tributo a Bach intitolato La Catedral del compositore Augustin Barrios Mangore in cui si è potuto rivivere, in una chiesa gremita di pubblico attentissimo, l'esperienza religiosa che ha ispirato la suite. Massimiliano Testa ha saputo bene rendere sia le atmosfere notturne ed inquite del Lied di Schubert sia la rivisitazione molto personale fatta da Brouwer col brano di Piazzolla intitolato La morte del angel dal carattere quasi improvvisativo ricco di contrappunti, per poi continuare con un brio unico nelle sognanti atmosfere luminose di Jappelli fino a quelle distese di un Romanticismo intrise nel brano Un sueño en la Floresta capace di dare freschezza allo spirito del pubblico che ha attribuito nel miglior modo il proprio gradimento nell'ascoltare così tanta maturità musicale. Nella seconda parte Luca Mignoni ha confermato le qualità solistiche di assoluta eccellenza nella Rapsody di Osborne sapendo cogliere tutte le caratteristiche peculiari di un brano basato su un sistema diatonico ovvero quello del sistema Frigio ben evidenziando con grande padronanza tutte le variazioni di ritmo e di dinamica richieste dal compositore come se fossero parti di stati d'animo diversi. Il concerto si è chiuso con una esecuzione del pezzo da concerto per due clarinetti Scritto dal Maestro Ciociaro Gesualdo Coggi e che ha visto protagonisti Luca Mignoni ed un figlio d'arte ovvero Gabriele Coggi nipote del compositore. La brillantissima e rapsodica esecuzione del Capriccio per due clarinetti ha chiuso un concerto dal valore artistico elevato e reso ancora più prezioso dalla giovane età degli esecutori.