Interessante e lodevole iniziativa dell'Associazione Culturale Il Campo che, insieme al Comune di Alatri, ha voluto proporre  tre giorni di approfondimento, per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne attraverso l'arte, la storia e la fotografia.  ''Declinazione donna'' il titolo della manifestazione.

Il 6 marzo Maria Scerrato ha presentato il libro "Fiori di ginestra. Donne briganti lungo la Frontiera 1864-1868" "Fiori di ginestra. Donne " che racconta le gesta di sette brigantesse, che operarono fino al 1860 nel territorio alla frontiera tra Stato pontificio e Regno delle Due Sicilie, e dal 1860 al 1870 tra Stato Pontificio e Regno d'Italia. Le protagoniste sono donne che per sfuggire a terribili condizioni di vita si sono date alla macchia  nella consapevolezza di essere destinate alla morte o, nella migliore delle ipotesi ad una lunga detenzione.

Il 7 marzo il libro "Académie Vitti 49, Boulevard du Montparnasse – Paris" è stato presentato da Cesare Erario, l'ideatore del museo "Accademia Vitti" ad Atina. E' una storia straordinaria nella Parigi tra il XIX e il XX secolo. Le tre sorelle Caira, partite dalla piccola Gallinaro, dapprima fecero le modelle nella Ville Lumière e poi, quali artiste riconosciute dal pubblico e dalla critica, ebbero l'intuizione di aprire una vera e propria accademia, una scuola artistica in cui anche le donne potevano esprimere il loro talento. L'accademia, per 25 anni, rappresentò un punto di riferimento per tutti gli artisti che affluivano a Parigi: vi insegnò Paul Gauguin; la frequentarono artisti come Rainer Maria Rilke e Sylvia Beach, la prima donna ad aver aperto una libreria.

L'8 marzo, infine, Maria Novella De Luca ha presentato la mostra fotografica" Donne curde: una vita in lotta" . La giovane fotografa alatrense recentemente è riuscita ad entrare clandestinamente nella città di Kobane, durante il periodo del feroce conflitto che ha visto molte forze in campo, compresi i miliziani dell'Isis. La De Luca con le sue fotografie intende aiutare la causa curda, fissando con la sua macchina fotografica la sofferenza di un intero popolo, ma soprattutto ricordare tutte quelle donne che hanno trovato la morte nella loro dignità di donne e di lavoratrici.